Natale in Catalunya

Tra le varie similitudini che non è difficile riscontrare tra Italia e Spagna c’è il modo in cui si prepara e poi festeggia il Natale. Luci per strada, spinta al consumismo, ansia da regalo dell’ultima ora, calcolatrice in mano per vedere se anche quest’anno la tredicesima non la vedremo nemmeno e tanto, meritato e desiderato tempo in famiglia. Momenti che per chi come noi vive all’estero, assumono un valore particolare. Gli embelmi tradizionali sono più o meno gli stessi, mi riferisco all’ albero di natale e al presepe. Ma è qui che ancora una volta la Catalunya ci regala un segno distintivo, una peculiarità che la caratterizza rispetto al resto del paese. Se osservate attentamente un pessebre catalano, troverete, un pò appartato rispetto ai soliti noti, spesso dietro un cespuglio o semi nascosto, questa figura:

03-caganer-catalan-artesania-caganer-terra-i-mar

Sì. E’ quello che sembra. Si chiama caganer. Nessun presepe catalano può prescindere della presenza di uno o vari caganer; le proprietà fertilizzanti dei suoi escrementi sono necessarie affinchè la terra produca i suoi frutti, porti gioia e serenità alle famiglie, e permetta loro di festeggiare un felice Natale l’anno successivo, creandosi così un circolo virtuoso che non può essere mai interrotto. Recentemente, dovuto alla sempre più massiccia presenza di stranieri soprattutto a Barcellona e una crescita esponenziale della febbre da souvenir, sono comparse parodie di personaggi famosi in versione caganer. Per vederne alcune potete andare qui . E per trovare un personaggio a tutti noi noto, eccovi il nostro Presidente del Consiglio.

E’ tutto, da Vedano Olona, di rientro per alcuni giorni di vacanza vi auguro Bon Nadal i feliç any nou!

Questo articolo è stato pubblicato in Senza categoria da Mauro Barbazza . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

Informazioni su Mauro Barbazza

Nato 25 anni fa a Varese, vivo e lavoro da quasi 3 anni a Barcellona. Dopo aver frequentato il Cairoli a Varese ed essermi iscritto a Scienze della Comunicazione a Milano, ho capito presto che l’Italia non mi soddisfaceva e l’esperienza Erasmus di 8 mesi a Utrecht (Olanda) mi è servita per confermare questa idea. Dopo la tesi su comunicazione e terrorismo, scritta a Bilbao studiando da vicino il caso ETA, sono stato intrappolato dalla capitale catalana, dove lavoro come consulente di comunicazione. Saró il vostro globetrotter da questa cittá contradditoria, contemporaneamente cosmopolita e nazionalista, luminosa e tetra, moderna e gotica.