“Dice che è proibito.. che è proibito anche fumare…”. No, tranquilli, il post non è sui Litifba. Il post è sulla legge anti-fumo che compie oggi un mese di vita in Spagna. Ebbene sí, 6 anni dopo l’Italia e la Legge Sirchia, anche i cugini ispanici si sono decisi a porre fine alla possibilità di fumare nei locali pubblici.
Una manna dal cielo per chi, come il sottoscritto, non sopportava entrare in ufficio la mattina puzzando di fumo perchè il signore al bar non può fare colazione senza 4 sigarette, non sopportava il sapore di una buona tortilla de patatas al retrogusto di nicotina o non sopportava di dimenticarsi di stendere in terrazzo i vestiti al ritorno da una nottata di bagordi e di risvegliarsi la mattina successiva con la stanza che aveva lo stesso odore del circolino di Vedano 10 anni fa.
Una leggge che ha tardato troppo, e che speravo, beata ingenuità, che la Catalunya potesse confermare la sua modernità rispetto al resto del paese introducendo anni fa. Evidentemente, era troppo alto il rischio di vedere il turismo scendere a favore di altre regioni che continuavano a permettere lo smokeparty.
Ovviamente le polemiche e la ribellione non sono mancate. Ristoranti, bar e discoteche già denunciano il calo di affluenza, alcuni di loro, come no, stanno cercando il modo di trovare l’inganno e le statistiche ci raccontano di molte denunce per mancato rispetto della legge.
Il mio parere? Tacciato a volte di essere un “talebano” quando si parla dell’argomento vi dico, cari fumatori: problema vostro. Ho respirato per 26 anni il vostro fumo passivo, non vi darà fastidio alzarvi dalla sedia e uscire 4 minuti. Poi qua il tempo è clemente, non fa mai veramente freddo. Si conosce gente interessante là fuori. Che volete che sia. Vi abituerete.
Intanto vedo che i più contenti saranno, ancora una volta, i comuni. I locali con tavolini all’esterno sono pieni anche a Gennaio, fatto nuovo, sebbene il tempo sia clemente. Vale la pena soffrire un pò di fresco ma poter fumare una sigaretta. E lo spazio sui marciapiedi si paga caro. Lo sanno i locali che da quest’anno pagherannno la licenza per un anno anzichè solo per qualche mese.