Venerdí scorso ho iniziato a scrivere un articolo per questo blog sulla terribile situazione economica in Spagna. Dopo quasi 2 pagine di delusioni, promesse non mantenute e orizzonti neri, resomi conto di non essere neanche a metá, ho lasciato perdere.
Casualitá, ieri su Repubblica è uscito un articolo che, se avessi pubblicato il mio, mi avrebbe fatto gridare al plagio:
http://www.repubblica.it/economia/2010/02/08/news/spagna_zapatero_rampoldi-2223443/
Qui trovate perfettamente spiegate le ragioni che hanno portato la Spagna dall’essere il paese con la piú alta crescita negli ultimi anni, a diventare il materasso della zona euro, con annesse minacce quotidiane di esilio dalla moneta unica da parte di Trichet, disoccupazione ormai al 20% (secondo solo alla Lettonia) e soprattutto la previsione di rimanere in recessione per tutto il 2010 (unico paesi dei “grandi”).
La delusione che la Spagna, l’ Europa, e includerei anche gli States, provano nei confronti di Zapatero é enorme. Visto come il portatore di un modello di politiche sociali innovative, sostenibili, e di una open mindness rivoluzionario soprattutto nella Spagna post-Aznar, ZP é poco a poco naufragato sotto i colpi della doppia crisi (globale e locale) che ha attanagliato il paese. Promesse non mantenute, cecitá di fronte a una realtá che andava analizzata e affrontata con piú forza, misure populiste e a breve termine, nessun cambio strutturale a una economia che ha ampiamente dimostrato la sua fragilitá. Le aziende spagnole non possono investire nel loro paese e quelle straniere sono spaventate dalla mancanza di segnali di ripresa. Come conseguenza politica immediata, il Partido Popular di Rajoy (successore di Aznar) é 6 punti avanti nei sondaggi, e solo le sue lotte interne e gli scandali per corruzione gli impediscono di essere già lontano nelle percentuali. Meglio fermarsi qui, o finirei riscrivendo le 2 pagine di venerdí scorso.
La delusione é soprattutto per i molti stranieri che avevano creduto nel progetto ZP-Spagna e hanno a un certo punto della loro vita preso la decisione di parteciparvi. L’immigrazione é sempre stata una ricchezza in tutto il paese, e in nessuna regione lo era stato come in Catalunya. Ora, mestamente, osserviamo al ritorno nei loro paesi di origine per quelli che non ce la fanno piú, e alla fuga di quelli che vedono in molti altri paesi la possibilitá di una tranquillitá e realizzazione professionale che qui, oggi, non c’é piú. Il vostro blogtrotter, sí, ci sta pensando seriamente anche lui.
Molti italiani, paragonando la situazione spagnola con quella del belpaese, mi dicono: “meglio l’incapacitá della malafede”,
Giá. Non una grande consolazione.
Parliamoci chiaro: lavoro in una multinazionale francese, e chi tira la carretta del gruppo siamo noi qua a milano; i francais per fare quello che noi facciamo in 4 devono essere minimo in 10 e avere il doppio del tempo; la sede spagnola non inizia un nuovo progetto se non è tutto perfettamente definito dai francesi (ma le direttive, guarda un po’, sono scritte da noi). Non sono qui a dire che siamo i migliori, ma l’elasticità e la velocità ad imparare che abbiamo qui, negli altri paesi se la sognano…
si mi pare esagerata la critica alla situazione spagnola, in spagna va come in Italia e non min sembra che Zapatero sia un incapace ma anzi ha amministrato il paese meglio di tanti altri in Spagna la disoccupazione è sempre stata in percentuale superiore all’Italia essendo un paese meno industrializzato dell’Italia(da sempre),perchè si è affaciata più tardi dell’ITalia in Europa e perchè fonda la sua principale risorsa sul terziario.Io ho amici in Spagna e chi lavora chi l’ha perso e sta facendo un lavoro precario , ma non c’è quel fuggi fuggi generale descritto sopra ci sono andato in vacanza anche quest’anno in un piccolo paese dell’andalusia in provincia di Almeria c’erano Italiani(quindi provenienti dal paese Top d’Europa) a lavorare nella più povera provincia dell’Andalusia segno che si la disoccupazione è piu alta(e sempre stato così da Gonzalez ad Aznar)dell’Italia.Quindi incolpare Zapatero mi sembra un po fuoriluogo, io francamente dato che lo spagnolo(non l’Itagnolo) lo parlo, non mi sembra che la gente di quel paese sia alla canna del gas, solamente rispetto a noi erano più coinvolti nei fondi L.B. e simili, hanno una economia più rischiosa essendo un economia più giovane tutto quì
Pier
Ciao ragazzi, e grazie per le vostre risposte. Alcune osservazioni al post di Piero
– Il mio post non é un paragone tra Italia e Spagna, é una critica il piú possibile oggettiva di quanto sta succedendo qui, del crollo sperimentato dal paese negli ultimi 2 anni e mezzo. Se poi ci vogliamo afferrare al detto “mal de muchos, consuelo de tontos”, beh, in momenti di disperazione profonda puó essere una soluzione!
– A cosa ti riferisci quando dici che ZP ha amministrato il paese meglio di tanti altri? ZP é stato un buon governante quando le vacche erano grasse e la cosa migliore da fare era non toccare nulla e dedicarsi a riforme sociali che lo facssero apprezzare dalle sinistre straniere (ej. matrimoni gay), stile “finché la barca va..”
– Non si sta incolpando Zapatero della crisi ma dell’incapacitá di gestirla, di cercare soluzioni strutturali e non di mero salvafaccia a breve termine. É lí che sta deludendo tutti. Dal negarlo all’inizio (l’ordine del partito era di parlare di “desaceleración”, al massimo “frenazo” e MAI di “crisis” fino a metá 2008!!) alle decisioni scellerate degli ultimi mesi. Per intenderci, anche El País, da sempre fedele sostenitore di ZP e del nuovo PSOE, lo critica da mesi.
– Scusa ma non penso che la presenza di qualche italiano ad Almeria sia la controprova della differenza nel tasso di disoccupazione. Anzi, se non conoscessimo i dati, il tuo esempio mi potrebbe far pensare che questi italiani hanno cercato lavoro in Spagna dovuto all’alta disoccupazione nel loro paese d’origine?? (sappiamo che non é cosí)
– Le ragioni che elenchi tu possono spiegare perché un paese puó soffrire piú di altri una crisi globale, ma non spiegano l’immobilitá, l’incapacitá di reagire a livello politico per trovare soluzioni. É nei confronti di quest’aspetto che le critiche sono feroci.
Un saluto,
Mauro