Lunedì 1 febbraio 2010.
Sveglia alle 6:00, check-in a Milano Malpensa alle 7:15 e imbarco in direzione Berlino.
Si atterra e sembra di essere in Siberia. Ghiaccio e neve ovunque.
Una spesa veloce.
Distrutto dai festeggiamenti per la partenza “in cerca di fortuna” crollo sul divano alle 11:00 di sera.
Martedì 2 febbraio
Primo giorno passato.
Abito con altri due ragazzi italiani in un appartamentino su due piani.
Uno dei miei coinquilini ha un cane. Un incrocio tra un pitbull e un dalmata. Il cane è australiano, quindi gli si parla in inglese.
Esco a prendere una sim tedesca sperando che funzioni tutto.
Anche perchè le istruzioni, per me, sono illeggibili.
Passeggio un paio d’ore e le poche persone che si vedono in strada sono irriconoscibili. Sciarpe, baveri e cappelli a nascondere etnie, colori, origini.
Entro in un bar e ordino un Chai Latte. Chai Tea con miele, cannella e latte. Buonissimo.
Il wireless è gratuito praticamente ovunque.
La sera White Trash Fast Food. Concerto garage e birre.
Tornando a casa parte una guerra a palle di neve.
La cerniera della mia unica giacca cede.
Mercoledì 3 febbraio
Sfido le intemperie e aspetto che delle simpatiche donnine thailandesi mi riparino la giacca.
Capirci non è stato facile. Un loro conoscente al telefono ci faceva da interprete.
Per ora ho uno strato di maglioni e felpe.
Sopravviverò.
Credo che mi piacerà stare a Berlino.
Sono uno di quegli ex-studenti da 110e lode che della laurea non se ne fanno nulla.
Ma mi piace scoprire cose nuove. Andare all’avventura.
Dopo tanto tempo negli Stati Uniti e troppo tempo in provincia di Varese, eccomi a cercare fortuna in Germania.
Come i migranti di una volta.
Solo che pensare a stessi come dei migranti quando c’è EasyJet è veramente difficile.