La solita e funesta sveglia delle 6:30, questa mattina si è rivelata un po’ più dolce. Guardando, infatti, fuori dalla finestra scopro che la città è coperta da una spessa coltre di neve. Una ventina di centimetri. Tutto bianco. Tutto così natalizio.
Tutto paralizzato.
Mezzi pubblici fermi, scuole chiuse e ripercussioni ovvie su tutte le altre attività.
Una circostanza, però, mi ha lasciato quantomeno perplesso: nevica o nevischia dallo scorso weekend, da ieri costantemente e copiosamente, ma non ho avuto la fortuna di imbattermi in alcun mezzo per la pulizia delle strade.
Appena arrivato ero rimasto stupito positivamente della presenza di numerosi grandi contenitori per il sale lungo le strade o in prossimità di aree pubbliche (stazioni, scuole, fermate dei bus, etc.). Memore delle pesanti e continue polemiche che ogni nevicata suscitava in quel di Varese, pensavo che Sheffield avrebbe potuto rispondere efficientemente al rigido inverno. Oggi devo ammettere che in fondo ogni mondo è paese e la neve, anche a queste latitudini, è una brutta bestia da gestire.
Intanto io mi godo questo giorno di ferie inaspettate, guardando con un occhio fuori dalla finestra la neve che continua a cadere fitta fitta, mentre con l’altro seguo (attraverso una finestra sullo schermo del mio computer) la neve che scende nella mia Varese.
Complimenti alla famiglia Zocchi: tra te e Jacopo avete tenuto vivo questo blog; con la sola eccezione di Mauro Barbazza siete stati gli unici, negli ultimi tempi, a farci sapere cosa avviene fuori dalle piccole mura di Varese. Per quanto riguarda la neve sono contento di sapere che nella città di Joe Cocker succedono le stesse cose che nella città degli Zocchi! Spero a presto (anche con gli altri – più pigri – blogghisti).