Questo paese ha una storia antica, legata alla terra e a uomini forti dalla pelle scura.
Quello che oggi desidero raccontarvi è sbocciato dai primi due pomeriggi di amichevole intervista a Fran Haintz, donna che per molti anni ha lavorato per la salvaguardia e integrazione delle popolazioni native australiane.
La prima cosa che ho appreso da queste conversazioni è che non si può parlare di una compatta e unica comunità indigena. Vi erano, prima del nostro arrivo, circa cinquecento gruppi, ognuno dei quali aveva la propria cultura inimitabile. Queste tribù vennero divise, dagli occidentali, in tre grandi gruppi: Coastal, Island e Desert. Questa divisione dipende dal territorio abitato, i primi erano situati in prossimità della costa, i secondi nelle isole e gli ultimi nel cuore desertico di questo paese.
Questo non significa che non vi siano delle somiglianze tra i vari clan. Per esempio tutti erano nomadi, ma all’interno di determinati confini. Mi spiego meglio: ogni tribù vagava liberamente e continuamente, ma restando in una ben determinata regione d’Australia, poiché quello era il territorio che gli era stato assegnato divinamente,nella notte dei tempi quando i capostipiti delle loro tribù riuscivano ad ascoltare e parlare con gli spiriti della terra.
Questa divisone territoriale, a stampo religioso, permetteva che non ci fossero e non si potessero immaginare guerre per la conquista di nuovi territori; poiché in tal caso si sarebbe contrastata una decisione divina.
Per questo forte legame con la terra che li ospita le popolazioni indigene erano solite dipingere su questa, a mani nude, quasi per ringraziarla e abbellirla. Spesso gli stessi disegni venivano riportati sul corpo di un ragazzo e segnavano l’ultima fatica prima di diventare adulti. Questi tatuaggi, a seconda delle tribù, potevano essere disegnati con pigmenti naturali o incisi di modo da lasciare cicatrici indelebili.
Come sopra accennato un momento molto importante per la vita umana all’interno del villaggio è il passaggio dalla fanciullezza all’età adulta. Per questo solitamente il ragazzo doveva trascorrere, con altri coetanei e un maestro, un’esperienza, di tre mesi, di sopravvivenza, conoscendo se stesso e il territorio che lo circonda, con i suoi pericoli e i suoi piaceri.
Come penso abbiate capito il mondo aborigeno ha un legame maternale con il territorio, infatti tutta la sua cultura:musica, cerimonie, arte sono legati a questa. Tuttavia queste civiltà millenarie cominceranno a scomparire intorno al 1780 con l’arrivo dei colonizzatori Europei.