Cittadini e politici: piccola antropologia dell’italianità

Qualcuno ha detto che i nostri politici sono lo specchio della società civile. Perché mai non dovrebbe essere così?

Dopo quasi sessant’anni di democrazia in Italia il senso di fastidio per la politica e per i politici è cresciuto in modo esponenziale: dai più noti puttanieri ai piccoli imbroglioni, dai grandi evasori agli occulti manovratori, dagli ingenui furbacchioni alle vittime di complotti, dagli inconsapevoli a cui comprano case vista Colosseo ai più “sfigati” che con complotti si ritrovano la terrazza riparata, da chi piazza il figlio a chi piazza la famiglia, da chi si fa rimborsare le spese per le mutande a chi si compera il suv perché nevica. La lista è infinita ed è nauseante. Ma perché tutto il peggio dovrebbe essere concentrato proprio nella politica? Forse è vero, come abbiamo scritto altrove in questo blog, che la politica è anche un po’ come una lotteria: chi ci arriva gode di privilegi, benefit, redditi e prebende innumerevoli ma nella massa di politici certamente ce ne sono un’infinità corretti, Sordimoralmente integri e appassionati. Ma allora cosa sta a significare il “Tutti a casa! Non se ne può più di questa classe dirigente” che si leva da più parti? Sta a significare che è tempo che in quel luogo del privilegio ci vadano altri a fare disastri e a godersi la bella vita. Se è vero che i politici non sono altro che noi stessi con un po’ più di fortuna, molta ambizione,  un po’ di faccia tosta e buona attitudine al compromesso, allora significa che si tratta di snellire il turn over e che sulla giostra ci salgano anche altri cittadini.

L’Italia è giovane, troppo giovane e nella sua storia lo straniero ha richiesto gabelle e balzelli per secoli. Non ci piace pagare e siamo creativi per evadere tanto quanto siamo egoisti e individualisti. Il boom economico ha dato un grande aiuto a rinforzare i difetti italici. Non esistono gli uomini della provvidenza. I politici siamo noi, così come i partiti siamo noi.  I loro difetti sono i nostri, non esistono buoni e cattivi ma il mal costume della politica è il malcostume che pratichiamo prima o poi un po’ tutti. Non è detto che sia possibile trasformare un italiano in un cittadino europeo civile, rispettoso delle regole, solidale ed eticamente rigoroso. Non è detto che ci si riesca perché non sa dove impararlo, i maestri non ci sono e il contesto della società tecnica non lo aiuta. Impariamo a sopravvivere nella polvere e a muoverci come animali nella savana, attenti e disincantati predicando bene e razzolando come possiamo. Essere consapevoli forse aiuta ad essere meno indignati, perché fino a qui pare che neanche l’indignazione aiuti il cambiamento.

Un papa marxista?

Negli Stati Uniti si leva una voce critica nei confronti di Papa Francesco, i grandi finanziatori della chiesa statunitense sono preoccupati delle parole di Bergoglio contro il capitalismo sfrenato e mettono in forse i finanziamenti per il restauro della chiesa di San Patrick. Dicono anche che la chiesa gestisce e costa miliardi di dollari per cui le sue parole sulla condanna del capitalismo sarebbero ipocrite. Un attacco in grande stile al nuovo pontificato? Quando si dice che i nodi vengono al petto. Ma allora? Come se ne viene fuori da questo nodo? bergoglio

Non è forse il momento di sostenere che così come è fallito il marxismo attuato sotto dittatura da uomini incapaci di gestire idee sull’uguaglianza, è fallito anche il capitalismo liberista che ha generato forti disuguaglianze, forti squilibri e ora anche una crisi mondiale che ha generato morte e povertà in molti strati della popolazione mondiale?

Non è forse il caso di ripensare la socialdemocrazia come quella terza via che concilia libertà con regole? Intrapresa con giustizia sociale? Sviluppo con uguaglianza? Non è forse venuto il momento di dichiarare che le due grandi ideologie del novecento sono morte per fallimento e che entrambe lasciano grani di saggezza per ricostruire una visione “di mezzo” che apra una strada di benessere per tutti? Ma i paesi scandinavi non insegnano che più giustizia sociale fa vivere meglio tutti? Siamo di fronte ad una grande occasione, di poter ripensare il nostro modello di sviluppo, per correggere gli errori del marxismo come quelli del liberismo estremo e l’autorevole voce del nuovo Papa dovrebbe essere un filo rosso da seguire per non perdere una grande occasione.