Monti di qui o Monti di là?

Adesso è tutto più chiaro, Monti si rende disponibile a stare in campo e parte la gara a chi se lo accaparra. La “risorsa” Monti diventa appetibile sia da destra che da sinistra. Siamo quindi di fronte alla fine della politica nel nostro paese? Non ci sono leader, coalizioni e numeri sufficienti per un’alternativa al governo tecnico? Siamo condannati  ed essere governati solo  da tecnici, banchieri in alternativa a populisti e affaristi?
Ma come fanno alcuni del Pd a desiderare Monti come premier di uno schieramento di centro-sinistra? Monti non fa parte di quest’area, per appartenenza, formazione, frequentazione e valori. E’ un liberale e liberista, che crede nel mercato come regolatore della vita economica e anche nella finanza come lubrificante e combustibile per il funzionamento del sistema economico.   Continua a leggere

Etica? No grazie!

Diciamola tutta,  il fenomeno definitivo dell’evaporazione dell’etica nell’agire di molti amministratori pubblici avviene proprio nell’epoca del “bunga bunga” e con il fatto che nessuno si è mai dimesso. Non si è dimesso il presidente del consiglio, non si è dimessa la consigliera regionale Minetti, non si dimette Formigoni, e neanche la presidente Polverini. L’etica non abita più qui. Il potere berlusconiano ha tracciato la via, ha mostrato che il marketing fa vincere anche chi non ha progetti e idee, i denari permettono di comperarsi tutto, compresa la dignità delle persone, quasi tutti hanno un prezzo e alla fine vince la faccia di tolla di chi rimane seduto stretto alla sua poltrona. Si tratta semplicemente di un sistema di occupazione del potere e nulla di più. Non c’è nessuna rivoluzione liberale, lotta alle lobby, alle corporazioni, volontà di smantellare i privilegi, modernizzare lo Stato, ridurre il debito, incrementare gli investimenti, fare infrastrutture adeguate all’epoca. Il potere berlusconiano è puro potere per sé e per i propri sodali e ne è la prova la mancata immediata dimissione della giunta della Lombardia e anche quella del Lazio. Sorprende poi di vedere – in una trasmissione del canale La7 –  come un uomo semplice, vicino alle persone come il sindaco di Meda racconta le fatiche e i sacrifici della sua amministrazione che distribuisce 150.000 euro all’anno nel sociale, dopo averli risparmiati con sacrifici e rinunce. Sorprende la sua normalità, il suo impegno civico, la sua vicinanza ai cittadini, lui che è il “primo cittadino”. Continua a leggere

Il simbolo dello skatepark

Il fatto che a Varese manchi uno skate-park può essere letto come un simbolo dell’indifferenza che molte amministrazioni mostrano al soggetto “adolescenti”, fascia dai 13 ai 18 anni. Molto si è già detto su queste figure impegnative che vivono in uno spazio difficile tra gioventù ed età adulta, maldestri e malfermi, bisognosi ma anche refrattari agli aiuti. Eppure gli adolescenti sono un soggetto chiave nella nostra collettività, sono il nostro futuro che prende forma nel farsi della loro coscienza in formazione, nella loro visione del mondo, nella loro capacità di decifrare il contesto in cui vivono e potervi intervenire con scelte adeguate. Ma pochi si occupano di loro e se lo fanno è solo quando hanno problemi. Perché allora non occuparsi di loro anche quando non rappresentano devianza, criminalità  o semplicemente disturbo alla quiete borghese della città? Costruire uno skate-park  in un luogo centrale, bello, importante significa dare loro importanza, vederli, riconoscerli e accettarli. In fondo si fanno parchi giochi per bambini e si convertono le scuole senza bambini in centri anziani. Continua a leggere

Lo spread della rabbia

Che desolazione! Berlusconi che torna in campo e che vuole comperarsi il canale TV La7 per poi smembrarla; nessuna riforma utile e significativa per il bene dei cittadini all’orizzonte.  Ancora nessuna legge elettorale se non una proposta di patacca con l’accordo tra Lega, Pdl e Udc; nessuna riduzione delle provincie; nessuna riduzione dei parlamentari, dei loro benefit; nessuna riduzione delle spese improduttive degli enti inutili. Nulla di nulla. Il deserto. E in tutto questo ascoltiamo nuovamente il mantra che se votiamo B. ci toglie l’Imu e che l’Europa sbaglia sul fiscal compact. L’Italia non si muove più da troppo tempo e l’unico augurio è che si muova almeno la consapevolezza degli italiani e  che reagiscano a questo immobilismo insopportabile. Monti ha fatto il lavoro “sporco” e lo ha fatto in modo fin troppo responsabile, solo con l’idea del rigore senza saper agire sul rilancio di un vero progetto per una crescita autentica e duratura e senza avere un progetto, un’idea di Italia per il domani ispirato com’è dalle vecchie idee liberiste. Non poteva, dirà qualcuno, del resto il parlamento è quello di prima. La maggioranza che vota è quella lì. Ora i tatticismi prendono il sopravvento, si ventila un semi-presidenzialismo dell’ultim’ora, si fa mercato per scambiare reciproci favori, il tutto all’ombra di un gigantesco conflitto di interesse che non si è modificato di una virgola. E in tutto questo lo scandalo della giunta del Lazio si somma in modo grottesco ai dettagli di quello della regione Lombardia. L’unica cosa che cresce è lo spread della rabbia civica che investe tutti, anche la stessa area dei riformisti, impantanati ed eternamente indecisi sulle alleanze, certamente in parte anche responsabili dello stato delle cose. E Grillo và, vola nei sondaggi perché canalizza la rabbia civica che non sa più a che santo rivolgersi. Situazione delicata  perché il nuovo che avanza ancora non lo si vede e il vecchio che dovrebbe andarsene fatica ad accettarlo. Sono momenti molto difficili per il nostro paese e dall’esito incerto. Serve lucidità, consapevolezza e molto sangue freddo,  perché non meritiamo di sprofondare nuovamente nel ridicolo e nella povertà.

Troppo veloce…….. voglio scendere

Il downshifting è un fenomeno emergente nelle società avanzate contemporanee. Significa letteralmente scalare la marcia, rallentare; scendere cioè dalla macchina in corsa e trovare un modo di vita più tranquillo, fatto di minor guadagno e di minor consumo, magari ai margini delle grandi città, in campagna o al mare o semplicemente un po’ fuori dal fuoco della produttività spinta. Molti manager, funzionari, lavoratori iper-sollecitati cominciano a sognare il downshifting: scendere dalla locomotiva in corso del lavoro, delle turbo-prestazioni,  del fatturato crescente da realizzare, dagli obiettivi aziendali da raggiungere. La velocità, la performance, la sollecitazione ad andare più veloce e fare meglio del proprio competitor diventa la cifra del lavoro e il downshifting ne è la prima risposta. Forse un’utopia, forse un’indicazione di direzione inevitabile per un futuro prossimo. Chi lo sa? Continua a leggere

L’oca di Lorenz e il malinteso della narrazione neo-liberista.

Konrad Lorenz soleva giocare – mentre studiava –  con l’oca Martina nel suo giardino. Un passante ignaro del contesto avrebbe potuto – vedendo la scena –  trovare la situazione piuttosto “bizzarra” riferendo di un pazzo che sdraiato nell’erba faceva strani versi ad un oca a distanza. Ampliando la visuale e venendo a scoprire che si trattava del famoso etologo Konrad Lorenz intento in  studi sull’imprinting degli uccelli, la definizione di “bizzarro” si  sarebbe sciolta come neve al sole per svelare la verità su di una pratica etologica di studio della relazione con il pennuto. Il contesto definisce il contenuto e più si conoscono elementi del contesto, più si capisce la verità e la complessità di una situazione. La verità interpretativa la detiene chi possiede più elementi della cornice che definisce un evento. Continua a leggere

Il fenomeno Grillo

Beppe Grillo rappresenta veramente il sasso nello stagno della politica italiana dell’era post-berlusconiana. Nasce come comico che lentamente si trasforma in osservatore del costume (o malcostume) nazionale, poi comincia con il denunciare le contraddizioni del sistema Italia. Poi si documenta e studia e capisce che deve chiedere a chi ne sa  di più, perché la complessità della società moderna è una matassa difficile da districare: premi Nobel, intellettuali d’avanguardia, pensatori originali lo aiutano a formulare alcune interessanti proposte. Il suo carisma a fianco della sua simpatia gli aprono la strada di una nuova comunicazione e il sistema 2.0 del blog gli permette di essere contro-informazione e come tale cresce l’interesse intorno a lui alimentato anche dal fatto di  essere distante dal mezzo ufficiale della televisione. Nel frattempo l’epoca di Bossi e Berlusconi volge al termine lasciando tra le sue rovine molta rabbia tra i suoi seguaci,  rabbia che si estende alle opposizioni di tutto l’arco istituzionale che  risultano immobili ed incapaci di dare risposte alla crisi  e – come un lago che si ritira –  lascia intravvedere le contraddizioni della casta, della politica ripiegata su se stessa, incapace di farsi interprete dei veri bisogni della collettività. Continua a leggere