Noi gente a sud della Svizzera

Noi gente del nord un po’ ce lo meritiamo. Trattiamo male i meridionali da decenni, per non dire gli albanesi i marocchini o i senegalesi e adesso tocca un po’ anche a noi. Qualcuno più a nord vuole mettere un tetto al numero dei migranti e frontalieri e ci tratta come noi trattiamo i lavoratori del sud. Vedi un po’ i casi della vita. Magari impariamo qualcosa. O meglio lo imparano gli italiani che hanno cavalcato la discriminazione da lustri.

Detto questo forse bisognerebbe anche spiegare agli svizzeri (a quelli del Canton Ticino soprattutto) che quando per decenni gli italiani benestanti hanno rimpinguato le loro emigrantibanche di capitali fuggiti illegalmente dall’Italia, o hanno costruito le loro infrastrutture nel dopoguerra ammazzandosi di lavoro nei tunnel e nelle autostrade, si sono leccati i baffi e sornioni ne hanno ben approfittato. Quando poi il livello dell’acqua scende con la crisi lasciando all’asciutto qualcuno del loro popolo che fatica – ahimè anche nella florida Svizzera – a trovare lavoro, allora si corre ai ripari con le quote e contingentando le entrate.

Ma ricordiamoci che oggi, nel Canton Ticino non vanno più solo operai, muratori ed infermieri, ma la Svizzera chiede tecnici, ingegneri, professori e quadri dirigenziali. Forse più che la crisi morde l’invidia che gli Italiani sono bravi, competenti, preparati e creativi e che nella ridente e verde Svizzera qualche volta scarseggia il capitale umano e la riserva di professionalità sta proprio di qua.

Come diceva qualcuno, “questo non risolve il problema ma un po’ aiuta”

Abbiamo un’opposizione in Italia?

Tanto rumore per nulla, verrebbe da dire. Forse non siamo più abituati in Italia ad avere un’opposizione da molti lustri.  Sebbene in modo colorito, eccessivo, sgangherato e un po’ folcloristico – amplificato da un web sconcio che non nasconde nulla e dà la parola proprio a tutti, anche a coloro che non sanno perché parlano, -l’Italia scopre che i parlamentare del movimento cinque stelle  cominciano a fare un’opposizione degna di questo nome. Di fronte a questa nuova creatura che nasce con vagiti e urla assordanti, il sistema delle alleanze comincia a scricchiolare  mostrando la vecchiezza dei suoi modi e costumi. Ne sono un esempio la “ghigliottina” della presidente della camera che sembra essere una reazione eccessiva di nervosismo ma anche lo scandaloso incontro  Renzi-Berlusconi sulla legge elettorale che assomiglia molto alla vecchia pratica  democristiana  di Forlani e Craxi.parlamento

Non Beppe Grillo o Casaleggio, che muovono i fili per i loro interessi, ma un gruppo di parlamentari mossi da spirito civico, imparano la lotta civile per il bene comune e non si fermano davanti a nulla mostrando di non avere timore reverenziale per i navigati potenti che si sono ramificati nei gangli delle istituzioni. La stampa ci ricama perché  deve vendere la propria merce al mercato dei lettori, ma forse la presenza di persone pulite che hanno voglia di lottare potrebbe essere il segno che qualcosa comincia a cambiare. boldrini

La nascente opposizione contrasta in modo netto con gli ultimi gesti disperati del miliardario di Arcore lasciando nell’ombra un partito democratico che si sta democristianizzando. Questa immagine si cristallizza  mostrando il nuovo e il vecchio e, come spesso accade, i sommovimenti veri innescano restaurazioni alimentate dalla paura di perdere i privilegi acquisiti. Quello che manca nello scacchiere è una sinistra vera, che rappresenti le istanze dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani, dei disoccupati e delle imprese che si modernizzano. Prima o poi qualche soggetto si renderà conto di questo vuoto e lo riempirà. Allora forse l’Italia avrà passato il suo periodo di quarantena berlusconiano e potrà rimettersi in cammino con dialettiche vitali fondate su progetti e idee a confronto. Stiamo a vedere….