Il triste spettacolo del pensionato sceriffo

Quello del pensionato “terminator” che insulta giornalisti, la politica, dà lezione di condotta a destra e a manca, invitato da trasmissioni a dare il suo “autorevole” parere su come si trattano i ladri, sicuro di sé, ispirato dal demone della giustizia, è uno spettacolo triste, molto triste. A questo si aggiunge il deputato europeo della Lega che va in tv con la pistola e, mi pare, abbiamo oltrepassato il segno della decenza.pensionato
Rattrista il fatto che un tema così delicato, che coinvolge la vita di un giovane disperato, diventi un pretesto per invettive e chiacchiere anziché una vera occasione di riflessione.
La crisi ha spaccato in due l’Italia. Pochi hanno tanto e tanti hanno poco. Questo è il tema centrale: la disuguaglianza che si è accentuata sempre di più. E’ un fenomeno profondo in cui lentamente le élites e le oligarchie stanno riprendendo controllo del capitalismo finanziario e lo fanno smontando il welfare state, indebolendo i diritti acquisiti e delegittimando il pensiero critico. E in questo la politica italiana non fa che sottoscrivere supina, senza idee, senza progetti e senza midollo: funzionale alle dinamiche progressive dell’ideologia liberista dilagante, seppur perdente.bonanno
Sono anni difficili in cui la povertà, la disperazione, la disoccupazione hanno minato le fondamenta di una comunità che si regge sul principio di solidarietà. E l’acqua del benessere raggiunto che si ritira lascia affiorare le peggio pulsioni. Così non ci stupiamo che uccidere diventa un atto di eroismo quando dovrebbe essere drammatico sempre e comunque. Il tema, lo ripeto, è come impedire – dall’alto – che la disuguaglianza crei una spaccatura nella collettività e si scateni la guerra dei poveri. Non credo che gli Sati uniti d’America siano l’esempio da seguire. Proviamo a vedere come mai nei paesi scandinavi, non si vedono poliziotti nelle città e il tasso di delinquenza è più basso. Le società competitive e disuguali sviluppano invidia e risentimento sociale, le società collaborative sviluppano pace sociale. Pensieri semplici e comprovati ma che faticano ad essere condivisi.

L’icona dell’ingiustizia

Il ministro Franceschini commenta che le proteste alla Scala di Milano creano un “danno di immagine all’Italia”. In effetti è piuttosto fastidioso che povertà, degrado, ingiustizia, malaffare, corruzione, sperpero di denaro pubblico, collusioni mafiose facciano indignare le persone proprio mentre il bel mondo esclusivo (nel senso letterale del termine) cerca di dare lustro all’Italia e alle sue serata con una prima sfavillante al teatro La Scala di Milano. Uno scandalo che non si riesca a tenere a bada l’indignazione, che non si riesca ad allontanare la rabbia, che non si riesca a reprimere i facinorosi che si permettono di protestare il loro disagio. conflitto
La serata della prima è l’icona dell’Italia dove la spaccatura tra benestanti e gente comune è arrivata ad un limite pericoloso e se ne vede la rappresentazione in tutta la sua drammaticità: vestiti di alta moda, personaggi della finanza e della politica, uomini e donne di spettacolo, imprenditori che si permettono una tranquilla serata di buona musica costruita con i talenti e il lavoro di italiani mentre dall’altra parte delle barricate si mescolano disoccupati a studenti, immigrati a gente che non ce la fa più, resa rabbiosa non solo dalla crisi che li ha stesi al tappeto ma dall’ulteriore umiliazione di scoprire ogni giorno di più che i soldi pubblici in molti casi servono per alimentare il sodalizio tra criminalità e politica, come un mani pulite infinito. Così dopo gli scandali di Milano expo, il Mose di Venezia, le ricostruzioni dei vari terremoti, mafia Capitale a Roma si fa presto a comprendere che il limite è stato superato. E mentre la politica si agita dentro le sue rigide logiche di gestione del potere e del consenso l’Italia naufraga, una volta di più nello sconforto e nel disincanto. In tutto questo un presidente del consiglio che si dice di sinistra fa le politiche che la destra non è riuscita a fare riesumando una terza via blairiana datata vent’anni, senza prospettare una vera visione e progettualità organica per lo sviluppo dell’Italia, sedendosi al tavolo con un pregiudicato inviato ai servizi sociali per gravi reati contro la collettività. Lo abbiamo già detto che la madre di tutti i problemi è la disuguaglianza sociale estrema e non ci GINI_Index_SVG.svgstancheremo di sostenere che fintanto che inseguiremo il mito del mercato libero che permette che un imprenditore prenda duecento volte di più del suo operaio le contraddizioni, i conflitti sociali e la rabbia dei meno abbienti non smetteranno di crescere. Scopriremo forse un giorno che è interesse di tutti vivere in una società più equa. Le statistiche mondiali misurate con l’indice di Gini (che misura la distribuzione della ricchezza in un paese) ci dice che la qualità della vita è più alta dove la distribuzione della ricchezza è più equa.