Guardo spesso negli occhi i miei allievi, almeno quelli più grandi, e cerco nel loro sguardo un segnale che mi parli di un risveglio o di una reazione a fronte del disagio che stanno vivendo. Cerco almeno di capire se li abita quella sana preoccupazione per tutto ciò che sta accadendo in Italia e mi sembra per lo più di non vedere nessun segno di reazione.
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