Il crollo inesorabile di ideologie e valori che la modernità ci sbatte in faccia ogni giorno con sfacciata evidenza lascia un solo eroe trionfante protagonista maldestro sul suo cammino: il mercato, soggetto bizzarro come un adolescente che non sa gestire tutta quella carica ed energia che non conosce confini e limiti.
Essere politico in questa fase della storia è cosa difficile veramente. Essere politico che pensa il bene comune, che pensa di correggere le disuguaglianze sociali, che ha una visione e un progetto sociale, che guarda al di là dello steccato dei propri piccoli interessi e di quelli della sua parte politica è cosa difficile. Che cerca di tenere a bada le forze regressive della finanza e del mercato libero è cosa impossibile. Che pensa all’uomo inserito in una rete di rapporti tra uomini e tra gli uomini e il loro ambiente naturale, che pensa al futuro guardando alla storia. E’ totalmente utopia.
Oggi più che mai il politico è marketing, è l’arte di conquistare un po’ di consenso che sia spendibile in immediato potere. Oggi più che allora non contano le idee ma conta cosa desidera l’elettorato. Né di destra né di sinistra ma nel flusso del consenso. Serve piacere e manifestarsi, serve visibilità e comunicazione, servono contatti e opportunità, le idee, i progetti, la pianificazione di una visione, un sogno, un’utopia sono “old fashioned”. La politica diventa marketing del consenso facendo naufragare qualsiasi forma di valore. I valori sono bandierine da usare all’occorrenza, per questo destra e sinistra si sono svuotati di significato e non rappresentano più visioni del mondo contrapposte e dialettiche. Si cavalca qualsiasi opportunità anche se le cose dette sono menzogne. Menzogne sulla crescita, menzogne sugli immigrati, menzogne sulle regole del gioco, una fiera infinita di piccole e grandi bugia al servizio di un minimo consenso. Uomini senza prospettive poiché senza una struttura di valori. Venduta anche questa per un pugno di voti. Il mercato, nella sua forma estrema, senza regole e senza guide sta erodendo lentamente ogni struttura di pensiero di valori, di visione globale dello sviluppo, di concetto su cosa è bene e cosa è male per gli uomini, per la società, per il vivere comune. Il politico resta così un uomo piccolo, con piccole idee, piccole missioni, piccole ambizioni e piccole capacità. Non possiamo non aspettarci che la nostra società non gli assomigli.