Sarà mai possibile avere una “nuova” politica? Intesa come attenzione al bene comune, indipendenza dalle potenti lobby, forte contro la finanza mondiale e schierata dalla parte dei cittadini? Credo proprio di no. Oggi ci sono multinazionali che hanno fatturati pari al PIL di alcuni piccoli paesi, ci sono centri bancari come Goldman Sach che decidono le sorti di paesi come la Grecia attraverso le sue consulenze e le sue manovre sulla compra-vendita di titoli di Stato. Renzi è arrivato in modo anomalo alla politica (nessuno lo ha votato) ma sembrava voler ribaltare il paradigma introducendo novità, aria fresca, una rivoluzione nella classe dirigente. E cosa è accaduto? Che grazie alla magistratura che ancora riesce ad intercettare i vari furbetti, scopriamo un ministro (ex confindustria di un governo di centro-sinistra) che non fa che reiterare le malsane pratiche della politica furbetta favorendo questo o quell’amico. Ma quello che più indigna è che Renzi non ha una visione politica per il futuro, un piano energetico, un piano industriale, una bussola con il quale far navigare il nostro paese nel mare della modernità globalizzata. Anche lui scivola nel piccolo cabotaggio, gestendo l’oggi e dimenticandosi del domani. Subisce la pressione dei petrolieri sapendo bene che l’epoca del petrolio è alla fine, poiché i morti prematuri da inquinamento da combustibili fossili in Italia sono già troppi (dati dell’organizzazione mondiale della sanità). E lui cosa fa? Perfora il mare-nostrum e si incammina sulla triste strada della politica che fa gli interessi dei potenti e non dei cittadini. Forse questo spinge a riflettere sul fatto che la politica da anni è sottomessa alla finanza e alle potenti lobby del petrolio e delle grandi industrie multinazionali e la sua voce è divenuta flebile e inascoltata e la sua azione inefficace. La democrazia rappresentativa risulta quindi indebolita poiché non riesce più a decidere del proprio destino ma si china supina ad interessi “altri” che tutto sono fuorché gli interessi dei cittadini.