Ho faticato a capire cosa fosse un blog e ad imparare il linguaggio della rete e ancora un po’ fatico con tutte le sue funzioni, tasti e la complessità della gestione del computer. Mica come questi giovani veloci che non riesci neanche a seguirli quando mettono le mani sulla tastiera e ti gira la testa solo a vederli. E in più davvero non voglio passarci troppo tempo – sia ben chiaro – sul computer. Ma per l’impegno civico che mi anima non servono troppe competenze tecniche ma solo la passione e la voglia di raccontare una visione del mondo, confrontarsi con i possibili lettori, illustrare dei tratti della realtà che non sempre sembrano illuminati e poi tessere una rete di scambi che diventano un po’ “comunità”.
Sociologo di formazione, insegnante di economia politica, musicista Jazz, padre e marito. Poco specializzato forse, rispetto alle competenze particolari che ogni singolo possiede nel suo campo. Per questo forse essere trasversale nell’osservare il mondo, si può giustificare l’esistenza di un mio blog.
Mi sono sempre occupato del declino della comunità intesa come il luogo caldo delle relazioni e della compattezza della vita comune. La modernità è anche una dialettica tra lo sfilacciamento della comunità e i tentativi che essa fa di ricostruirsi nei suoi tratti vitali.
La musica poi è un modo di stare al mondo, anche questo di raccontare e ricomporre l’infranto dell’esperienza contemporanea. Attraverso l’esperienza dell’arte siamo tutti un po’ migliori e forse, suonando, componendo e improvvisando posso arrivare più lontano di dove le parole riescano. Chi lo sa?
E un po’ è responsabile anche Marco Giovannelli che mi ha lanciato l’idea del blog rinnovandomi la sua stima.
Nel lettore c’è l’altra metà del cielo così come un concerto è fatto per la metà importante da chi ascolta e confrontarmi con lui è la sfida di raccontare con regolarità storie e visioni, contraddizioni e fascinazioni della nostra realtà. Buona lettura!