Nuvole all’orizzonte

Vedo brutti segnali che si affacciano all’orizzonte. Che si sommano alle prospettive incerte dell’esito della consultazione elettorale del 24 febbraio.

La vendita del canale tv La7 sta avendo una sospetta accelerazione e sembra che il compratore sarà un amico di B. Ma proprio non riusciamo ad avere un politeismo dei punti di vista?vento

Il cardinale Scola incontra il Papa dimissionario e viene dato tra i papabili. Ma non basta lo strapotere che Comunione e Liberazione ha in Lombardia e in Italia? E non sono sufficienti gli scandali legati alla gestione ciellina di Formigoni alla regione?

Dopo che abbiamo constatato che il sistema “tangenti” è più florido e vitale di prima dobbiamo proprio piegarci una volta ancora alla volontà di poteri autoreferenziali a cui non sta certo a cuore il bene dei cittadini anonimi?

Spero in un vento forte di maestrale che disperda le nuvole e faccia una bella pulizia delle incrostazioni del potere…… Buon vento!

Totally correct

Questa è coerenza: Berlusconi che vuole comperarsi il consenso ipotecando il futuro dei nostri figli. Ecco la quintessenza del berlusconismo risvegliato dopo mesi di sonno forzato. “Vi pago con il vostro futuro, voi mi date il consenso per l’ennesima volta e io vi restituisco l’Imu che Monti (grazie  a me) vi ha prelevato”.  Poco importano le conseguenze. Al di là del fatto che la sua credibilità è pari a zero, il significato di questa equazione è semplicissima: non importa come la pagheremo questa promessa – se in termini di un’ulteriore acuirsi della crisi, di instabilità nel contesto internazionale, di attacchi finanziari o di rischio di fuoriuscita dalla zona euro, etc. – l’importante è avere il potere con la p maiuscola e poter disporre delle leve che gli impediscano di andare  a rispondere delle sue malefatte davanti alla giustizia e di tutelare il suo patrimonio personale. Siamo arrivati al parossismo.  Ma se da una parte da uno come Berlusconi potevamo aspettarcelo, quello che dovremo verificare nei prossimi giorni è su quanti italiani, questa proposta farlocca farà effetto. Se le percentuali crescono allora significa proprio che non abbiamo speranza e non ci resta che migrare in qualche paese più civile, dove esiste ancora un’idea di bene comune, di progetto sociale per il futuro, di nozione di politica con la p maiuscola e una qualche forma reale di solidarietà. Buon viaggio a tutti.

Perché voto Bersani

Ho votato alle primarie del centro-sinistra e voterò al secondo turno per Pierluigi Bersani.  Bersani non rappresenta certo il nuovo, la discontinuità, la rottura con il passato e neanche una novità di progetto. Allora perché votarlo? Innanzitutto non per forza e non necessariamente, il nuovo, la novità, la discontinuità portano con sé il germe del buono per l’Italia e lo abbiamo anche visto nel ’94 con la “discesa in campo” dell’imprenditore “salvatore”.   Il nuovo ci è costato 17 anni di degrado e decadenza. Bersani rappresenta – almeno ai miei occhi – esperienza, tenacia, onestà e pragmaticità. Non servono salvatori della patria,  rottamatori dell’ultima ora, imprenditori imprestati alla politica,  uomini di successo o  della “provvidenza. All’Italia serve una persona onesta, con esperienza di mediazione, tenace nel perseguire una politica nazionale che deve interfacciarsi strettamente con quella europea e con la condizione generale dell’economia mondiale. Continua a leggere

Tra l’incudine (Monti) e il martello (Berlusconi)

Volevo scrivere qualcosa sul tema dell’alienazione dell’esperienza e sulla libertà questa mattina. Qualcosa che parlasse di quanto sia difficile fare un’esperienza forte, autentica e completa della vita, chiusi come si è in strutture vincolate del lavoro, dello studio, degli obblighi, delle consegne e del riuscire a “funzionare” nel contesto della modernità. E magari anche lanciare anche qualche idea su come “aprire” nuove finestre e prospettive per allentare  la morsa degli obblighi. Ma il risveglio è amaro: il signor Berlusconi ha detto che non ci lascerà liberi: vuole occuparsi del pianeta giustizia, vuole restare, indugiare sul campo di battaglia. Lo hanno condannato e quindi deve tenere in ostaggio l’Italia per sistemare il suo problema e, per ricaduta diretta, anche quello del suo impero economico. E lo deve fare da un posto di comando, tutelato dall’immunità parlamentare, piegando il paese ai suoi problemi. La tensione della divaricazione tra la rabbia che ispira fenomeni alla Grillo e l’ottusità di un paese che non riesce a svegliarsi dal brutto sogno di diciassette anni di interessi particolari crea un potenziale esplosivo inquietante. Tra l’incudine Mario Monti che in nome dei diktat della finanza mondiale opera nella carne viva degli italiani cercando di rendere appetibile il nostro debito pubblico al mondo e il martello Silvio Berlusconi che spadroneggia sulla cosa pubblica per fini personali, c’è di che restare basiti e sconsolati definitivamente. Continua a leggere

Rottamiamo il fallimento non le persone!

Sarà una questione di stile forse, ma l’idea di rottamare qualcuno solo perché “abita” il parlamento da molti anni è una trovata “spot” alla Berlusconi: fa effetto, si vende bene, piace alla gente che piace e fa innovazione nei salotti. Si rottamano le cose che non vanno più ma forse neanche poiché andrebbero piuttosto riciclate. Si chiede un passo indietro se non si hanno più idee, se non si riesce a realizzare un progetto, un programma, un rinnovamento, se non si è riusciti nel proprio compito,  ma non ce la si prende con l’anagrafe. Ci sono giovani nati vecchi, privi di energia ed entusiasmi, spaventati dalla vita e senza bussola. Ci sono le giovani Minetti e i giovani “Trota”  che spaventa solo nel vederli dov’erano. Se Veltroni e D’Alema non sono riusciti nel loro progetto allora ha senso chieder conto del loro operato e dei compromessi accettati o degli errori compiuti. Ma non chiedere un passo indoetro a tutta la dirigenza. Continua a leggere

Così fan tutti ……… o quasi.

Il sistema della politica in Italia è come un padre impazzito che comincia a spendere in modo forsennato per regali e regalini per riuscire a conquistare  l’amore dei suoi figli poiché ha smarrito la via maestra della sua autorevolezza e carisma. L’amore che il padre compera è speculare  al consenso che l’amministratore cerca per restare in sella, per salvaguardare il suo potere, la sua poltrona e i suoi privilegi. La competizione dunque si fa sleale e chi più offre più potere conserva. Il sistema si corrompe e diventa marcio al suo interno. Non è più possibile agire diversamente poiché chi dispensa favori è più eleggibile di chi cerca di governare  con autorevolezza, attenzione e rigore. La saggezza non paga, paga invece la scorciatoia. Ma questo lo si sapeva. Quello che invece sembra una novità è che questa modalità diventa sistema, i partiti sono una macchina per rastrellare soldi pubblici che vengono distribuiti senza controllo e senza una giustificazione legata al bene comune. Il denaro pubblico diventa  mattoni per costruire la propria visibilità. Continua a leggere

Monti di qui o Monti di là?

Adesso è tutto più chiaro, Monti si rende disponibile a stare in campo e parte la gara a chi se lo accaparra. La “risorsa” Monti diventa appetibile sia da destra che da sinistra. Siamo quindi di fronte alla fine della politica nel nostro paese? Non ci sono leader, coalizioni e numeri sufficienti per un’alternativa al governo tecnico? Siamo condannati  ed essere governati solo  da tecnici, banchieri in alternativa a populisti e affaristi?
Ma come fanno alcuni del Pd a desiderare Monti come premier di uno schieramento di centro-sinistra? Monti non fa parte di quest’area, per appartenenza, formazione, frequentazione e valori. E’ un liberale e liberista, che crede nel mercato come regolatore della vita economica e anche nella finanza come lubrificante e combustibile per il funzionamento del sistema economico.   Continua a leggere

Etica? No grazie!

Diciamola tutta,  il fenomeno definitivo dell’evaporazione dell’etica nell’agire di molti amministratori pubblici avviene proprio nell’epoca del “bunga bunga” e con il fatto che nessuno si è mai dimesso. Non si è dimesso il presidente del consiglio, non si è dimessa la consigliera regionale Minetti, non si dimette Formigoni, e neanche la presidente Polverini. L’etica non abita più qui. Il potere berlusconiano ha tracciato la via, ha mostrato che il marketing fa vincere anche chi non ha progetti e idee, i denari permettono di comperarsi tutto, compresa la dignità delle persone, quasi tutti hanno un prezzo e alla fine vince la faccia di tolla di chi rimane seduto stretto alla sua poltrona. Si tratta semplicemente di un sistema di occupazione del potere e nulla di più. Non c’è nessuna rivoluzione liberale, lotta alle lobby, alle corporazioni, volontà di smantellare i privilegi, modernizzare lo Stato, ridurre il debito, incrementare gli investimenti, fare infrastrutture adeguate all’epoca. Il potere berlusconiano è puro potere per sé e per i propri sodali e ne è la prova la mancata immediata dimissione della giunta della Lombardia e anche quella del Lazio. Sorprende poi di vedere – in una trasmissione del canale La7 –  come un uomo semplice, vicino alle persone come il sindaco di Meda racconta le fatiche e i sacrifici della sua amministrazione che distribuisce 150.000 euro all’anno nel sociale, dopo averli risparmiati con sacrifici e rinunce. Sorprende la sua normalità, il suo impegno civico, la sua vicinanza ai cittadini, lui che è il “primo cittadino”. Continua a leggere

Il simbolo dello skatepark

Il fatto che a Varese manchi uno skate-park può essere letto come un simbolo dell’indifferenza che molte amministrazioni mostrano al soggetto “adolescenti”, fascia dai 13 ai 18 anni. Molto si è già detto su queste figure impegnative che vivono in uno spazio difficile tra gioventù ed età adulta, maldestri e malfermi, bisognosi ma anche refrattari agli aiuti. Eppure gli adolescenti sono un soggetto chiave nella nostra collettività, sono il nostro futuro che prende forma nel farsi della loro coscienza in formazione, nella loro visione del mondo, nella loro capacità di decifrare il contesto in cui vivono e potervi intervenire con scelte adeguate. Ma pochi si occupano di loro e se lo fanno è solo quando hanno problemi. Perché allora non occuparsi di loro anche quando non rappresentano devianza, criminalità  o semplicemente disturbo alla quiete borghese della città? Costruire uno skate-park  in un luogo centrale, bello, importante significa dare loro importanza, vederli, riconoscerli e accettarli. In fondo si fanno parchi giochi per bambini e si convertono le scuole senza bambini in centri anziani. Continua a leggere

Lo spread della rabbia

Che desolazione! Berlusconi che torna in campo e che vuole comperarsi il canale TV La7 per poi smembrarla; nessuna riforma utile e significativa per il bene dei cittadini all’orizzonte.  Ancora nessuna legge elettorale se non una proposta di patacca con l’accordo tra Lega, Pdl e Udc; nessuna riduzione delle provincie; nessuna riduzione dei parlamentari, dei loro benefit; nessuna riduzione delle spese improduttive degli enti inutili. Nulla di nulla. Il deserto. E in tutto questo ascoltiamo nuovamente il mantra che se votiamo B. ci toglie l’Imu e che l’Europa sbaglia sul fiscal compact. L’Italia non si muove più da troppo tempo e l’unico augurio è che si muova almeno la consapevolezza degli italiani e  che reagiscano a questo immobilismo insopportabile. Monti ha fatto il lavoro “sporco” e lo ha fatto in modo fin troppo responsabile, solo con l’idea del rigore senza saper agire sul rilancio di un vero progetto per una crescita autentica e duratura e senza avere un progetto, un’idea di Italia per il domani ispirato com’è dalle vecchie idee liberiste. Non poteva, dirà qualcuno, del resto il parlamento è quello di prima. La maggioranza che vota è quella lì. Ora i tatticismi prendono il sopravvento, si ventila un semi-presidenzialismo dell’ultim’ora, si fa mercato per scambiare reciproci favori, il tutto all’ombra di un gigantesco conflitto di interesse che non si è modificato di una virgola. E in tutto questo lo scandalo della giunta del Lazio si somma in modo grottesco ai dettagli di quello della regione Lombardia. L’unica cosa che cresce è lo spread della rabbia civica che investe tutti, anche la stessa area dei riformisti, impantanati ed eternamente indecisi sulle alleanze, certamente in parte anche responsabili dello stato delle cose. E Grillo và, vola nei sondaggi perché canalizza la rabbia civica che non sa più a che santo rivolgersi. Situazione delicata  perché il nuovo che avanza ancora non lo si vede e il vecchio che dovrebbe andarsene fatica ad accettarlo. Sono momenti molto difficili per il nostro paese e dall’esito incerto. Serve lucidità, consapevolezza e molto sangue freddo,  perché non meritiamo di sprofondare nuovamente nel ridicolo e nella povertà.