Negli Stati Uniti si leva una voce critica nei confronti di Papa Francesco, i grandi finanziatori della chiesa statunitense sono preoccupati delle parole di Bergoglio contro il capitalismo sfrenato e mettono in forse i finanziamenti per il restauro della chiesa di San Patrick. Dicono anche che la chiesa gestisce e costa miliardi di dollari per cui le sue parole sulla condanna del capitalismo sarebbero ipocrite. Un attacco in grande stile al nuovo pontificato? Quando si dice che i nodi vengono al petto. Ma allora? Come se ne viene fuori da questo nodo?
Non è forse il momento di sostenere che così come è fallito il marxismo attuato sotto dittatura da uomini incapaci di gestire idee sull’uguaglianza, è fallito anche il capitalismo liberista che ha generato forti disuguaglianze, forti squilibri e ora anche una crisi mondiale che ha generato morte e povertà in molti strati della popolazione mondiale?
Non è forse il caso di ripensare la socialdemocrazia come quella terza via che concilia libertà con regole? Intrapresa con giustizia sociale? Sviluppo con uguaglianza? Non è forse venuto il momento di dichiarare che le due grandi ideologie del novecento sono morte per fallimento e che entrambe lasciano grani di saggezza per ricostruire una visione “di mezzo” che apra una strada di benessere per tutti? Ma i paesi scandinavi non insegnano che più giustizia sociale fa vivere meglio tutti? Siamo di fronte ad una grande occasione, di poter ripensare il nostro modello di sviluppo, per correggere gli errori del marxismo come quelli del liberismo estremo e l’autorevole voce del nuovo Papa dovrebbe essere un filo rosso da seguire per non perdere una grande occasione.