Tra i dieci papabili del referendum online del movimento cinque stelle compare anche Romano Prodi, presidente del consiglio fatto fuori dalla compra-vendita di parlamentari, di cui oggi si comincia a saperne di più a fronte delle confessioni” del senatore De Gregorio. Uno scandalo gravissimo di cui ancora si stenta a parlarne e a fare chiarezza totalmente.
Chi altro meglio di lui potrebbe rappresentare il riscatto di moralità di cui l’Italia necessita.
Forse non tutti sanno che nel breve governo guidato da Romano Prodi, l’avanzo primario aveva invertito la tendenza, per un profondo lavoro di risanamento della finanza pubblica. Poi certo, il centro-sinistra è piuttosto debole nel saper comunicare ai propri cittadini quello che sa fare e, complice un po’ di supponenza e di arroganza stile D’Alema, non molti hanno potuto capire e apprezzare il lavoro di Prodi.
Prodi è come un Bersani stagionato, che trasuda onestà e sobrietà. Certo, anziano e navigato democristiano. Ma se il nuovo è il binomio Lombardi-Crimi, maldestri portavoce del movimento di Grillo e Casaleggio, allora forse lo stagionato Prodi, figlio della scuola della politica che fu la democrazia cristiana, rappresenta ancora una garanzia di “savoir faire” oltre che di competenza e prestigio internazionale. I numeri ci sono poiché è il parlamento a votare il presidente della repubblica e sommando i voti del Pd a quelli del movimento cinque stelle, appare un’elezione qualificata, che potrebbe dare il suo esito anche in prima elezione che richiede i 2/3 dei votanti.
Allora cosa aspettiamo, avanti miei Prodi!
P.S.
Sembra che con Prodi presidente della repubblica il signor B. se ne vada all’estero. E’ proprio il caso di dirlo: “due piccioni con una fava!”