Masa è tornato dopo due giorni.
Non sembra felice, sembra solo distante, disallineato dallo spazio reale della nostra piccola cucina-salotto, se così si può chiamare.
Nel suo italiano molto migliore di quanto lo sia il mio ambiguo giapponese mi dice soltanto, in risposta al mio -Come è andata?-
-Non lo so. Credo di Morire. Sono solo molto stanco.-
Decido che non è il caso di fare altre domande, perchè anch’io mi sento così, oggi, e certe cose si capiscono meglio senza le parole.
Ieri, un incontro speciale, quello con una mantide, è stato la rivelazione.
e, in fondo, se in Giapponese “mantide” si può scrivere anche con i caratteri di “falci affilate” un motivo ci sarà.
J. era la mia mantide per ieri sera.
In quell’abbraccio senza tregua, tagliente e profondo, calore e ferite, nel sapere che quell’abbraccio non è solo mio.
Certi incontri, se fanno male, lasciano il segno.
E a me i segni piaccono molto.