Non ho ancora deciso se Malaga città mi piace. Dopo più di un mese che sono qui. Sicuramente non si può dire che è tra le più belle città che io abbia visto, non offre moltissimo alla propria sensibilità estetica. Però ogni tanto è in grado di dare tocchi e squarci di romanticismo: il porto al tramonto; la cattedrale e l’alcazaba illuminate nella notte; i vicoli infiniti e irrazionali. Non ho ancora deciso quindi se Malaga città mi piace: ogni volta che dico che è brutta riesce a rimandare il mio giudizio definitivo un’altra volta regalandomi qualche istantanea sorprendente.
Ma probabilmente non è dalle sue mura che bisogna aspettarsi molto, bensì dalla sua vita movimentata che col tempo si impara a conoscere. E i Malagheni sembra che se la sappiano godere, la vita. Soprattutto quella notturna. E riguardo a ciò, bisogna chiarire subito che seppure l’ora che vedo in questo momento sull’orologio è la stessa che vede un italiano sul proprio, a Malaga si vive ad un fuso orario di almeno due ore indietro. Si pranza verso le tre del pomeriggio. E’ vietato cenare prima delle 10. Se provo a fare un’aperitivo all’ora in cui la farei a Varese mi trovo al tavolino di fianco una famiglia o una coppia che mangia una fetta di torta con una tazza di tè per la merenda. E di conseguenza è normalità vedere strade affollate alle due di notte come posso trovare il corso Matteotti solo nel sabato pomeriggio e altrettanto è comune che la “serata” finisca alle sette del mattino durante il weekend, soprattutto per i giovani ovviamente.
Ai Malagheni piace far festa insomma. Ogni occasione è buona. E se un giorno festivo cade di domenica, bè, niente di più facile che spostarlo e fare vacanza il lunedì, così anche la domenica sera si può uscire.
In tutto questo mi devono spiegare perchè i poveri studenti di medicina, contro ogni logica e contro il “fuso orario” della città, devono andare a lezione alle otto del mattino.
Il mio coinquilino argentino Oscar spiega questo stile di vita con il sole e il caldo, presente tutto l’anno in Andalusia. Può aver ragione visto che stiamo vivendo i primi giorni di novembre e la temperatura è ancora costantemente sopra i venti gradi. L’autunno non ha ancora dato segno di sè.
O forse semplicemente l’autunno qui non esiste. Solo le castagne vendute a pochi metri dal mare provano a ricordarlo.
E non oso dire che mi mancano i colori dell’autunno, non so quali reazioni e imprecazioni potrei provocare.