La triste “Coppa America”

Termina “l‘avventura” della barca italiana “Luna rossa” nella sfida per la Coppa America di vela, sconfitta dai neozelandesi. Succede, certo, ma cosa rimarrà di questa edizione delle selezioni per la sfida per la famosa coppa? Liti, avvocati, ricorsi, proteste, ahimè un morto, la supremazia della tecnologia sulle abilità e una vagonata di milioni di euro spesi per uno spettacolo da formula uno del mare.coppa america

Una coppa america triste, forse poco seguita e poco entusiasmante, dove vincono i martinetti idraulici, le pompe, le centraline elettroniche e i software. E’ questa la vela di oggi oppure è la vela che si è piegata alla supremazia di una tecnologia tirannica che schiaccia l’uomo fino ad ucciderlo per la pericolosità di queste macchine da velocità che nulla hanno di aggraziato?

Si tratta ancora di una metafora della modernità, dove la tecnologia la fa da padrona e dove l’uomo è un informatico che parla con un ingegnere che si arrampica sulle vette dei materiali più spinti ed estremi. E in tutto questo gli uomini sono dei funzionari che devono tenere a bada la complessità tecnica e dove vince l’efficienza e non l’abilità. coppa america 2

Non serve la velocità nella vela, ma serve costruire belle barche, molto simili dove si confrontano timonieri esperti ed equipaggi affiatati, per mostrare che la filosofia dell’andare per mare è tutt’altro: vento, silenzio, intesa di persone, regolazioni fini e destrezza, sicurezza e passione. Non abbiamo assistito a nulla di tutto questo e non ho cercato neanche di vedere le competizioni. Un triste spettacolo che ha sepolto uno sport meraviglioso, per fortuna lasciato ancora nelle mani degli umili diportisti.

Tutta cambia perché nulla cambi

E’ passata un’estate  e al rientro, riattaccando la spina ognuno forse si chiede: ma cosa è cambiato? Quali sono le novità per l’autunno? Quali importanti provvedimenti sono maturati sotto il sole di luglio? Quali progetti stanno prendendo forma? Allora si accende la tv, si riacquistano i giornali e si aprono le pagine web dei quotidiani. Risultato? Tutto gira – purtroppo – ancora intorno ai problemi personali del signor Berlusconi, un yes manpregiudicato che ha frodato il fisco per parecchi milioni di euro. La politica si sta occupando di come salvare o lasciar cadere nell’oblio l’uomo che ha bloccato la vita politica ed economica italiana, degradando cultura e costumi fino a diventare lui stesso animatore di spettacoli di grande  povertà e tristezza. E nel pieno di una delle più grandi crisi che l’occidente capitalistico deve affrontare vediamo personaggi da circo diventare protagonisti della vita politica italiana. Tra pitonesse smarrite e incarognite,  servi sciocchi, yes man trasformati in zerbini, automi che ripetono i mantra imparati all’ultima convention dell’odio, l’Italia si sta velocemente trasformando in un’anomalia selvaggia. Nessun paese forse al mondo riuscirebbe a fornire uno spettacolo più degradante di quanto stiamo facendo noi. Non si riesce neanche più a ragionare di cose importanti, trascinati dalla corrente del grottesco, del surreale, dell’inammissibile. pitonessaUna sentenza di terzo grado che passa in giudicato che si vorrebbe carta straccia perché alcuni milioni di italiani hanno creduto alla miserabile favola dell’abolizione dell’Imu quando un gruppo di affaristi ha occupato i posti cruciali delle istituzioni per fare gli affaracci propri e convincere il popolo che quella è la strada della libertà. Cos’altro deve succedere perché una qualche forma reale di indignazione si levi?