Così fan tutti ……… o quasi.

Il sistema della politica in Italia è come un padre impazzito che comincia a spendere in modo forsennato per regali e regalini per riuscire a conquistare  l’amore dei suoi figli poiché ha smarrito la via maestra della sua autorevolezza e carisma. L’amore che il padre compera è speculare  al consenso che l’amministratore cerca per restare in sella, per salvaguardare il suo potere, la sua poltrona e i suoi privilegi. La competizione dunque si fa sleale e chi più offre più potere conserva. Il sistema si corrompe e diventa marcio al suo interno. Non è più possibile agire diversamente poiché chi dispensa favori è più eleggibile di chi cerca di governare  con autorevolezza, attenzione e rigore. La saggezza non paga, paga invece la scorciatoia. Ma questo lo si sapeva. Quello che invece sembra una novità è che questa modalità diventa sistema, i partiti sono una macchina per rastrellare soldi pubblici che vengono distribuiti senza controllo e senza una giustificazione legata al bene comune. Il denaro pubblico diventa  mattoni per costruire la propria visibilità. Continua a leggere

Monti di qui o Monti di là?

Adesso è tutto più chiaro, Monti si rende disponibile a stare in campo e parte la gara a chi se lo accaparra. La “risorsa” Monti diventa appetibile sia da destra che da sinistra. Siamo quindi di fronte alla fine della politica nel nostro paese? Non ci sono leader, coalizioni e numeri sufficienti per un’alternativa al governo tecnico? Siamo condannati  ed essere governati solo  da tecnici, banchieri in alternativa a populisti e affaristi?
Ma come fanno alcuni del Pd a desiderare Monti come premier di uno schieramento di centro-sinistra? Monti non fa parte di quest’area, per appartenenza, formazione, frequentazione e valori. E’ un liberale e liberista, che crede nel mercato come regolatore della vita economica e anche nella finanza come lubrificante e combustibile per il funzionamento del sistema economico.   Continua a leggere

Etica? No grazie!

Diciamola tutta,  il fenomeno definitivo dell’evaporazione dell’etica nell’agire di molti amministratori pubblici avviene proprio nell’epoca del “bunga bunga” e con il fatto che nessuno si è mai dimesso. Non si è dimesso il presidente del consiglio, non si è dimessa la consigliera regionale Minetti, non si dimette Formigoni, e neanche la presidente Polverini. L’etica non abita più qui. Il potere berlusconiano ha tracciato la via, ha mostrato che il marketing fa vincere anche chi non ha progetti e idee, i denari permettono di comperarsi tutto, compresa la dignità delle persone, quasi tutti hanno un prezzo e alla fine vince la faccia di tolla di chi rimane seduto stretto alla sua poltrona. Si tratta semplicemente di un sistema di occupazione del potere e nulla di più. Non c’è nessuna rivoluzione liberale, lotta alle lobby, alle corporazioni, volontà di smantellare i privilegi, modernizzare lo Stato, ridurre il debito, incrementare gli investimenti, fare infrastrutture adeguate all’epoca. Il potere berlusconiano è puro potere per sé e per i propri sodali e ne è la prova la mancata immediata dimissione della giunta della Lombardia e anche quella del Lazio. Sorprende poi di vedere – in una trasmissione del canale La7 –  come un uomo semplice, vicino alle persone come il sindaco di Meda racconta le fatiche e i sacrifici della sua amministrazione che distribuisce 150.000 euro all’anno nel sociale, dopo averli risparmiati con sacrifici e rinunce. Sorprende la sua normalità, il suo impegno civico, la sua vicinanza ai cittadini, lui che è il “primo cittadino”. Continua a leggere

Lo spread della rabbia

Che desolazione! Berlusconi che torna in campo e che vuole comperarsi il canale TV La7 per poi smembrarla; nessuna riforma utile e significativa per il bene dei cittadini all’orizzonte.  Ancora nessuna legge elettorale se non una proposta di patacca con l’accordo tra Lega, Pdl e Udc; nessuna riduzione delle provincie; nessuna riduzione dei parlamentari, dei loro benefit; nessuna riduzione delle spese improduttive degli enti inutili. Nulla di nulla. Il deserto. E in tutto questo ascoltiamo nuovamente il mantra che se votiamo B. ci toglie l’Imu e che l’Europa sbaglia sul fiscal compact. L’Italia non si muove più da troppo tempo e l’unico augurio è che si muova almeno la consapevolezza degli italiani e  che reagiscano a questo immobilismo insopportabile. Monti ha fatto il lavoro “sporco” e lo ha fatto in modo fin troppo responsabile, solo con l’idea del rigore senza saper agire sul rilancio di un vero progetto per una crescita autentica e duratura e senza avere un progetto, un’idea di Italia per il domani ispirato com’è dalle vecchie idee liberiste. Non poteva, dirà qualcuno, del resto il parlamento è quello di prima. La maggioranza che vota è quella lì. Ora i tatticismi prendono il sopravvento, si ventila un semi-presidenzialismo dell’ultim’ora, si fa mercato per scambiare reciproci favori, il tutto all’ombra di un gigantesco conflitto di interesse che non si è modificato di una virgola. E in tutto questo lo scandalo della giunta del Lazio si somma in modo grottesco ai dettagli di quello della regione Lombardia. L’unica cosa che cresce è lo spread della rabbia civica che investe tutti, anche la stessa area dei riformisti, impantanati ed eternamente indecisi sulle alleanze, certamente in parte anche responsabili dello stato delle cose. E Grillo và, vola nei sondaggi perché canalizza la rabbia civica che non sa più a che santo rivolgersi. Situazione delicata  perché il nuovo che avanza ancora non lo si vede e il vecchio che dovrebbe andarsene fatica ad accettarlo. Sono momenti molto difficili per il nostro paese e dall’esito incerto. Serve lucidità, consapevolezza e molto sangue freddo,  perché non meritiamo di sprofondare nuovamente nel ridicolo e nella povertà.

L’oca di Lorenz e il malinteso della narrazione neo-liberista.

Konrad Lorenz soleva giocare – mentre studiava –  con l’oca Martina nel suo giardino. Un passante ignaro del contesto avrebbe potuto – vedendo la scena –  trovare la situazione piuttosto “bizzarra” riferendo di un pazzo che sdraiato nell’erba faceva strani versi ad un oca a distanza. Ampliando la visuale e venendo a scoprire che si trattava del famoso etologo Konrad Lorenz intento in  studi sull’imprinting degli uccelli, la definizione di “bizzarro” si  sarebbe sciolta come neve al sole per svelare la verità su di una pratica etologica di studio della relazione con il pennuto. Il contesto definisce il contenuto e più si conoscono elementi del contesto, più si capisce la verità e la complessità di una situazione. La verità interpretativa la detiene chi possiede più elementi della cornice che definisce un evento. Continua a leggere

Il fenomeno Grillo

Beppe Grillo rappresenta veramente il sasso nello stagno della politica italiana dell’era post-berlusconiana. Nasce come comico che lentamente si trasforma in osservatore del costume (o malcostume) nazionale, poi comincia con il denunciare le contraddizioni del sistema Italia. Poi si documenta e studia e capisce che deve chiedere a chi ne sa  di più, perché la complessità della società moderna è una matassa difficile da districare: premi Nobel, intellettuali d’avanguardia, pensatori originali lo aiutano a formulare alcune interessanti proposte. Il suo carisma a fianco della sua simpatia gli aprono la strada di una nuova comunicazione e il sistema 2.0 del blog gli permette di essere contro-informazione e come tale cresce l’interesse intorno a lui alimentato anche dal fatto di  essere distante dal mezzo ufficiale della televisione. Nel frattempo l’epoca di Bossi e Berlusconi volge al termine lasciando tra le sue rovine molta rabbia tra i suoi seguaci,  rabbia che si estende alle opposizioni di tutto l’arco istituzionale che  risultano immobili ed incapaci di dare risposte alla crisi  e – come un lago che si ritira –  lascia intravvedere le contraddizioni della casta, della politica ripiegata su se stessa, incapace di farsi interprete dei veri bisogni della collettività. Continua a leggere

Salute versus lavoro (e profitto)?

Qualcosa non torna nel dibattito attuale intorno alla richiesta dei magistrati di Taranto di sospendere le attività pericolose dell’acciaieria Ilva. La contrapposizione è tra chi vuole salvaguardare il lavoro a tutti i costi e chi, volendo tutelare la salute di lavoratori e popolazione, chiede la sospensione e la bonifica delle aree inquinate. Non torna il fatto che questi siano  i reali termini della questione. La salute dei cittadini non può essere sacrificata e svenduta  in nome dell’industria italiana. Non è possibile pensare che per mantenere vivo un polo produttivo – benchè strategico e fondamentale –  si debbano sacrificare un certo numero di vite umane. Ancor meno pensare che per poter stare sul mercato e garantire profitti all’impresa bisogna “risparmiare” sui processi industriali evitando di spendere le cifre adeguate a mettere in sicurezza l’azienda e modernizzarla per renderla compatibile rispetto all’area in cui risiede.
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Ci sono alternative al governo Monti?

Governo Monti

Tutti i ministri del Governo Monti

C’è sicuramente una domanda che serpeggia tra gli italiani in questo momento: come mai il governo Monti ha un così grande  consenso nonostante le manovre lacrime e sangue sui conti fatte fin qui e le manovre sulla crescita economica non fatte fin qui?
E’ fuor di dubbio che gli interventi sui conti pubblici fossero indispensabili e vitali per non Continua a leggere

Qual è il tuo prezzo?

Osservando, basito, il transito continuo di parlamentari dall’opposizione verso la maggioranza di governo mi è sorta spontanea una riflessione che conferma il perché la madre di molte delle  disgrazie del nostro paese di oggi è la mancanza di una legge sul conflitto di interesse. La ragione che spinge tutte le democrazie occidentali ad impedire che un ricco signore possa prendere il potere è proprio quella di impedire che ci possa essere un “mercato” del consenso.
Un mercato che, vista la strapotenza Continua a leggere