Per fortuna l’Italia è piena di ingenui perché altrimenti questa politica non potrebbe sopravvivere alle proprie bugie, codardie e omertà neanche un giorno di più. Il parlamento sembra un carrozzone di confusi più che un consesso di saggi condottieri della patria. Oggi, Berlusconi saluta Napolitano come il salvatore della patria (leggasi che spera che lo salvi dalle patrie galere) quando fino a ieri era anche lui un comunista e ha tolto l’appoggio proprio ad un governo Napolitano e che domani mattina dovrà farne uno proprio uguale a quello che lui ha furbescamente delegittimato. Bersani chiede aiuto a Napolitano sapendo che l’unico governo possibile è quello che lui ha cercato di evitare da oltre due mesi. Monti cerca legittimità da Napolitano quando lui è il primo che gli ha disobbedito “salendo in politica” schiavo com’è della propria ambizione. E Grillo grida al colpo di Stato quando l’attuale stato delle cose dipende anche dalla sua intransigenza e rifiuto a trovare un accordo di governo con le forze affini del Pd. Sembra di abitare in quadro di Salvador Dalì, dove gli orologi colano dalle credenze o in uno di Magritte dove le teste non trovano più i loro corpi.