Manca esattamente una settimana e poi il mio lungo viaggio in Senegal inizierà. Io, Fabrizio, Caterina, Jacopo, Veronica, Michele e Silvia avremo a disposizione circa un mese per scoprire un Paese così lontano e sconosciuto.
Oggi potrei iniziare a raccontarvi il programma generale, quello che faremo, le persone che incontreremo, i posti che visiteremo ma mi chiedo: perchè rovinarvi la sorpresa? Assaggerete il Senegal piano piano, un passo alla volta, giorno dopo giorno attraverso i miei occhi, quelli dei miei intraprendenti compagni di viaggio, quelli di Luciana e Riccardo (i cooperanti che ci aspettano a Dakar) e anche quelli degli stessi senegalesi.
Un fatto però voglio spiegarvelo fin da subito. Il lungo viaggio di volontariato che andremo ad affrontare, però, non sarà come i soliti a cui siamo abituati a pensare. Spesso, infatti, dicendo “volontariato in Africa” o “cooperazione internazionale” il pensiero corre subito alla costruzione di case, pozzi, ponti e così via. Ma noi non faremo nulla di tutto questo. Non andremo a “rubare il lavoro” ai senegalesi per il semplice fatto che non crediamo avrebbe senso. Al di là delle teorie politiche, si tratta di una questione di opportunità. Considerate che per prenotare un volo aereo per raggiungere Dakar servono -se siete fortunati- almeno 500 euro e che uno stipendio medio in Senegal è intorno ai 50 euro al mese. Sarebbe folle -e forse un po’ ipocrita- spendere l’equivalente di 10 mesi di lavoro per soli 30 giorni.
Quindi cosa faremo? Be’, noi siamo universitari di scienze politiche, non muratori o ingegneri. Quello che porteremo noi, quindi, è quello con cui abbiamo a che fare tutti i giorni: la cultura. Gandhi diceva che “l’educazione è ciò che libera” e sull’onda di questo il progetto di CESES, l’organizzazione non governativa con la quale andremo in Senegal, punta molto sulla cultura, l’istruzione e l’educazione dei giovani della periferia di Limamoulaye, a nord est della capitale. Progetti che vi presenteremo nel corso del viaggio (e per i quali, ovviamente, potrete contribuire) che hanno fatto nascere l’esigenza per i ragazzi di Dakar di incontrare loro coetanei italiani. Proprio per questo questo motivo noi, che abbiamo comunque obiettivi ben precisi da portare avanti -tra qualche giorno ve ne parlerò- passeremo molto del nostro tempo tra i ragazzi della zona: studenti, bambini, orfani.
E dato che saremo “ospiti” di un grande Paese straniero, ovviamente, non ci presenteremo a mani vuote! Con noi partiranno circa 3 quintali di aiuti per i quali, se volete, potete ancora contribuire. Libri, giocattoli, matite, quaderni e vestiti saranno i benvenuti e stiamo disperatamente cercando un computer portatile per Djibril, un ragazzo che vi faremo sicuramente conoscere. Se ci potete aiutare contattatemi al numero 3495984066.
Per il momento non vi dico altro ma se siete curiosi leggete qui (ah, la foto non mi rende onore! XD).
Seguiteci per tutto il viaggio e non ve ne pentirete!
Marco