Basta un poco di musica e…

Non ci vuole molto per divertirsi in Africa. Bastano un pallone e quattro sassi e ogni strada diventa San Siro, con una tanica rotta i bambini possono passarci ore intere e serve solo un po’ di musica per trasformare qualunque posto in una discoteca. Se poi c’è un computer, una connessione ad internet ed un paio di casse sembra di essere su una spiaggia di Rimini. Ed è proprio così che oggi l’ufficio del C.E.S.E.S -dopo aver parlato per oltre un’ora di mafia- si è trasformato in una grande sala da ballo.

Ed è impressionante la bravura di ognuno di loro. Io sinceramente credo che i senegalesi -o gli africani in genere- abbiano articolazioni che la maggior parte degli occidentali si possono solamente sognare. Riescono a muoversi con una tale sinuosità che ogni ballo si trasforma in una danza estremamente sensuale. Abbiamo registrato alcuni video ma purtroppo al momento non riusciamo a caricarli, quindi cercate su you tube qualche danza per capire quello di cui stiamo parlando.

A questo punto potete facilmente immaginare l’impresa titanica di insegnare a noi qualche passo di queste danze. Noi, tronchi di pino occidentali, riuscivamo a muoverci con la sensualità di un toner da stampante.

Ma dopo i nostri goffi tentativi, le parti si invertono. Tocca a noi cercare di insengar loro qualche ballo. E qui viene il bello. La nostra conoscenza delle danze popolari italiane è piuttosto arrugginita (quasi completamente corrosa) e quindi…ci siamo buttati sul facile facile. Il “gioca joue”, i vatussi, qualche ballo di gruppo e così via. E questo è proprio il caso in cui gli allievi superano il maestro. A loro bastava vedere per una volta il ritmo ed era come se conoscessero quella canzone da anni.

Ed è proprio questa un’altra incredibile caratteristica dell’Africa: la spontaneità. «Siete in Africa, abbandonate ogni timidezza» ci dice Luciana, la cooperante che ci ha organizzato questo viaggio in Senegal. Lasciando le zone turistiche è estremamente difficile imbattersi in atteggiamenti falsi o costruiti. Non fraintendetemi: non sto dicendo che sono “tutti amiconi” con noi, che nessuno ci vede come “polli da spennare” ma che qui tutto è estremamente spontaneo ed improvvisato. Anche per questo gli orari sono semplicemente indicativi e risulta piuttosto difficile riuscire ad organizzare qualcosa di fisso. Ma vivere senza l’angoscia dell’orologio è forse un male

Certo non bastano 3 giorni per assimilare i ritmi e la spontaneità del continente nero, ma tra un mese chissà.

Marco