Sky ha individuato il filone: Romanzo Criminale, Moana e ora Faccia D’angelo, dedicata alla banda del Brenta. In queste fiction per la tv si respira aria di cinema: sembrano tutte uguali, forse a causa di una fotografia che cerca di creare il genere, ma almeno non sono polpettoni romantici e stupidi di Rai e Mediaset.
Per intenderci, ecco i primi sei minuti di Faccia d’Angelo, con un grande Elio Germano. E chi accusa un’esaltazione della violenza forse non ha mai visto Tarantino, oppure, più semplicemente, vuole vivere dentro una fiction “pulita e noiosa” della Rai. Purtroppo non ci sono vie di mezzo.
Come detto, eccovi sei minuti in anteprima:
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Il naso di Pinocchio non buca lo schermo tv
Il nuovo Pinocchio televisivo era francamente brutto. Per carità anche fedele al libro di Collodi, ma non aveva niente a che vedere con un prodotto cinetelevisivo di buon livello. Dal regista del Montalbano televisivo ci si aspettava di più. Lo ha ammesso anche lui, Alberto Sironi, persona simpatica, intelligente e critica, comunque soddisfatto degli ottimi ascolti, ha dichiarato: “si poteva fare di meglio”.
La Rai, come Mediaset, continua a voler rimanere agganciata a un concetto vecchio di fiction: in altre parti del mondo è il luogo della sperimentazione, della scoperta dei talenti, delle storie innovative. Da noi, come dice Sironi ci si limita a banali storie d’amore oppure a rivisitare i grandi classici. Pinocchio non era certo semplice: ci aveva provato Roberto Benigni dopo il successo planetario de La vita è bella, ma la critica lo aveva letteralmente massacrato.
Ora, dopo il Pinocchio di Comencini con Nino Manfredi, questa nuova versione con un cast all star e girato in inglese. Senza verve, doppiaggio che sembra quasi fuori sincrono, personaggi che paiono finti, montaggio senza ritmo, lento.
Si salva soltanto la bontà di base della storia, ideale per i bambini. Meno per gli adulti. Ma il libro parla a tutti, grandi e piccoli. Difficile, è vero, trovare la lettura giusta. Ma come dice Sironi, con un po’ di impegno si poteva fare di meglio, soprattutto senza le vecchie, scomode, arrugginite catene della rigida fiction italiana.