Forse è una follia, ma vedere in diretta La notte degli Oscar è sempre stata una fissazione. Quando ha vinto Benigni i tre Oscar per La vita è bella ero persino negli studi dell’allora Tele+.
Ora, dopo tanti anni, è cambiato molto, tanto che tra i favorito è The Social Network, film di David Fincher sulla nascita di Facebook. Quindi, perchè non creare proprio una pagina di Facebook per seguire la notte Oscar 2011? Pagina chiamata “Anche io guardo la Notte degli Oscar“. Il tutto collegato con questo blog, che seguirà in diretta gli aggiornamenti della notte delle stelle .
Accadrà in piena notte, magari non saremo in tanti, ma si potrà rimenere aggiornati quasi minuto per minuto su tutti i premi. Si inizierà con il red carpet, intorno alla mezzanotte tra il 27 e il 28 febbraio. Alle 3 circa è previsto l’inizio della cerimonia, in diretta da Los Angeles, che dovrebbe terminare intorno alle 7 del mattino. Diventate fan della pagina Facebook e seguite la notte degli Oscar con noi!
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Italiani all’Oscar? Le sorprese sono dietro l’angolo…
Diciamo subito che gli Oscar non sono il meglio del cinema mondiale. Sono solo un riconoscimento che gli americani danno al cinema che parla soprattutto inglese, quindi proveniente da Regno Unito e Stati Uniti. Per tutti gli altri esiste al massimo la statuetta come “miglior film straniero“. Per questo, exploit come “La vita è bella“, più di dieci anni fa, fanno ancora più piacere. Ed è per questo che, se si attuassero certe voci di queste settimane, si confermerebbe il buon momento del cinema italiano, nonostante la settima arte in Italia sia proprio malconsiderata, dallo Stato ma anche dagli addetti ai lavori (produttori, registi e sceneggiatori che considerano giovani autori persone di 40 anni).
Ma andiamo con ordine. Il 25 gennaio escono le nomination per gli Oscar. L’Italia sarà presente? Il film italiano che gareggia per entrare nella cinquina del Miglior film straniero (ogni nazione può presentare un solo titolo) è La prima cosa bella. Per carità, un gran bel film, ma ha il respiro internazionale che si richiede per questa sezione? Ho forti dubbi. Ma le notizie più confortanti arrivano da altri due film nostrani.
Io sono l’amore di Luca Guadagnino (lo stesso regista del tremendo e inguardabile Melissa P.) è stato inserito più volte nei migliori film del 2010 da diversi personaggi americani: Quentin Tarantino l’ha messo persino al quarto posto della sua Top Ten. Complice anche il fatto che la protagonista sia la bravissima Tilda Switon.
L’altra novità riguarda Vincere di Marco Bellocchio. L’interpretazione di Giovanna Mezzogiorno ha fruttato al film il premio come miglior attrice assegnato dai critici statunitensi, battendo persino Annette Benning, tra le favorite per la corsa alla statuetta. Critici che non hanno premiato, ma avrebbero molto apprezzato, anche l’interpretazione di Filippo Timi nello stesso film, oltre alla regia di Bellocchio.
Vincere è il film su Mussolini e l’amante Ida Dasler, duro e molto reale. Film che lo scorso anno non è stato candidato come miglior film straniero perchè la commissione italiana scelse Baària (che poi non venne candidato nella cinquina ufficiale). Il film è stato poi distribuito nei circuiti normali, come anche Io sono l’amore. Con il passaparola e il con il grande consenso dei critici entrambi i film hanno incassato notevolmente e ottenuto numerosi premi e risultati. Potrebbe esserci quindi un nuovo “La vita è bella” alla prossima notte degli Oscar? Lo sapremo solo il 25 gennaio…
Il paradosso di Facebook
The social network, un successo a metà. Il film di David Fincher che ricostruisce la nascita di Facebook, tra amori e tradimenti, non ha sbancato il botteghino italiano. In questi primi giorni di programmazione si è fermato al terzo posto della classifica, facendosi battere dalla commedia Maschi contro femmine, ormai da tre settimane nella sale italiane. Il film americano ha incassato 814.932 euro contro 1.365.173 della pellicola di Fausto Brizzi. Quest’ultimo film arriva quindi gli 11,2 milioni di euro e si appresta a raggiungere l’altro film italiano record di incassi, Benvenuti al sud, già arrivato a superare i 27 milioni.
Torna Freddy, se dormi MUORI!
“Uno due tre, sto venendo da te. Quattro cinque sei, ora prega già che ci sei”. Era la filastrocca cantanta da inquitanti bambine che annunciavano l’arrivo di Freddy Krugher nei sogni dei giovani di Elm Street. Chi non conosce Freddy Krugher, e la serie Nightmare, non può capire le notti insonni di chi, negli anni ’80, si è visto tutta serie di film del personaggio creato da Wes Craven.
La leggenda vuole che Freddy molestasse e uccidesse bambini, poi i genitori di quel quartiere lo presero e lo bruciarono vivo. Lui torna sotto forma di incubo e uccide nel sonno gli adolescenti. A metà tra incubo e realtà il meccanismo geniale del film tocca tutti: se ti addormenti incontri Freddy. E muori.
Terrificante, spiazzante, con il proseguire della serie, anche grottesco. Nightmare è un caposaldo dell’horror, come Halloween. Ora torna al cinema, un reboot, come va tanto di moda oggi chiamare i remake che fanno ripartire una serie.
Ma i i tempi sono cambiati: gli horror hanno sconfinato su più fronti, è arrivato nell’immaginario collettivo l’horror orientale, il torture-porn, ma soprattutto lo stesso Craven che già negli anni ’90 aveva reinventato il genere con la serie Scream che azzerava tutte le regole. Vedremo se il nuovo Nightmare sarà all’altezza del primo, ma soprattutto se saprà dire qualcosa di veramente nuovo in questo genere, l’horror, tra i più innovativi della storia del cinema.
Quando il videogioco diventò cinema
Uno dei primissimi film che ho visto al cinema: inquietante e angosciante. Avevo sette anni e avevo appena visto quella favola di E.T., ma rimasi affascinato da Tron, quella fantascienza fatta con i videogiochi “di moda” dappertutto e ai quali si poteva giocare solo nelle sale giochi, oppure o nei bar. Vedere sullo schermo i personaggi di un videogioco che prendevano vita fu un’esperienza magnifica.
Tron diede poi vita al cyber punk, divenne un film cult con il passare degli anni e sono decine i film che poi sono stati tratti dai videogiochi. Dal deludente film su Super Mario Bros, al più apprezzato Tomb Raider (almeno il primo) fino all’attesissimo Prince of Persia.
Ora Tron sta per tornare. Anche più grande di prima. Con il regista di allora, Steven Lisberger, che oggi ne diventa produttore dando fiducia a un esordiente. Grazie a un budget stratosferico di circa 300 milioni di dollari (200 milioni di euro). Grazie allo stesso interprete, Jeff Bridges, rimasto intrappolato nel videogioco, alla cui ricerca ci andrà il figlio.
Ma soprattutto, un motivo per tornare a vedere il nuovo Tron, chiamato Tron Legacy, in uscita nel 2011, è il 3D, tecnica dal quale non poteva esimersi il nuovo film.
Per ora lascio i trailer dei due film a confronto. Entrambi spettacolari, entrambi angoscianti, entrambi da storia del cinema.
La grande ballata di Jovannotti per Muccino
Muccino e Jovanotti, due concezioni dell’amore apparentemente agli antipodi. Il primo senza alcuna speranza, quasi vittima di quel sentimento che schiavizza e fa star male. Il secondo colmo di speranza e sentimenti. Il primo decadente, il secondo romantico. Eppure si sono incontrati. Muccino per il suo nuovo esordio in Italia (dopo aver realizzato negli Stati Uniti ben due film con Will Smith, La ricerca della felicità e Sette anime), ha chiesto al cantautore italiano di realizzare la canzone principale del film, quella che accompagnerà i titoli di coda di Baciami ancora.
Film e canzone hanno lo stesso titolo. Jovanotti senza abbandonare il suo stile ha espresso, con una disarmante e bellissima semplicità, tutta la sua concezione dell’amore, con un testo fatto di immagini, singole parole che evocano pensieri e momenti della vita, senza enfasi, solo momenti, come gli istanti di un film. La stessa tecnica musicale-narrativa che ha fatto grande e unico il suo precedente album.
Il film di Muccino, con gli stessi protagonisti del film che lo ha fatto conoscere al grande pubblico, L’ultimo bacio, uscirà nei prossimi giorni nelle sale. La canzone di Jovanotti è già tra le più scaricate da internet. Quasi scontato il successo del film. Ma mentre Jovanotti, nella sua ballata anni ’50, a cui lui stesso ha dichiarato di essersi ispirato, ha espresso la sua positività per la vita, ho forti dubbi che lo stesso possa fare Muccino. Sono pronto a sorprendermi e mi piacerebbe. Ma quasi dieci anni fa, con L’ultimo bacio scoprii con amarezza che le cose più belle del film erano due: la canzone omonima di Carmen Consoli e la capacità di Muccino di aver svecchiato la macchina cinema (fu un periodo d’oro perchè lo stesso anno lo stesso fece anche il più bello Santa Maradona). Da allora è poi nato un quasi genere cinematografico fatto di adulti mai cresciuti, coppie disfatte, amori impossibili, il cui estremo sono oggi gli inguardabili film di Federico Moccia.
Oggi Baciami ancora. Mi piacerebbe essere smentito. Quasi sicuramente lo andrò a vedere al cinema. Per ora, la canzone, ha colpito nel segno.
Il momento di Avatar, nuova frontiera del Cinema
Cresce l’attesa per Avatar, il film che cambierà ufficialmente il cinema. L’opera in tre dimensioni di James Cameron è destinata a rinnovare l’immagine collettiva della settimana arte esattamente come in passato hanno fatto solo l’avvento del sonoro e del colore. Il cinema 3D è già da tempo operativo e nell’ultimo anno le sale cinematografiche dotate di questo strumento sono più che triplicate. Quindi la tecnologia, almeno apparentemente, non è una novità.
Le novità del film e il regista
La vera novità è James Cameron, il regista. L’ultimo film è stato Titanic, 12 anni, oggi il più grande incasso della storia del cinema. Cameron lavora ad Avatar da diversi anni, ha creato delle speciali macchine da presa a tre dimensioni che già vengono utilizzate da altri registi su altri set. Per Avatar ha inoltre ideato uno sistema di ripresa sui volti degli attori che, in fase di montaggio, permette di non richiamare gli stessi sul set per rifare le scene, basta modificarle le loro espressioni al computer.
In tutto questo, esattamente come in Titanic, c’è anche la storia. Lo stesso Steven Spielberg ha ammesso, dopo la visione, di essere stato completamente rapito dal film. James Cameron non è nuovo a fare dei propri film degli eventi. Basta ricordare che il secondo Alien (Scontro finale) è quasi migliore del primo, mentre il primo Terminator è stato realizzato con pochi soldi. Titanic poi sarebbe stato per tutti un flop, mentre oggi è il film più visto della storia del cinema.
Il 3D e gli spettatori
Avatar e il 3D sono la nuova frontiera del Cinema. Il calo fisiologico degli spettatori negli ultimi cinque anni sembrava inarrestabile. Ma lo sviluppo tecnologico delle proiezioni cinematografiche in tre dimensioni hanno permesso di fronteggiare la pirateria sempre più diffusa attraverso il web. Infatti “scaricare” un film in tre dimensioni, sul televisore di casa non avrebbe nessuna resa dal punto di vista dell’immagine.
La tecnologia oggi si è evoluta dopo i primi esperimenti degli anni ’80. Allora era necessaria una proiezione con più macchine, oggi ne basta una sola, meglio se in digitale, ovvero senza pellicola. Bastano occhialini speciali, oggi leggeri e non fastidiosi.
Le sale in 3D nell’ultimo anno sono decuplicate. Secondo i dati forniti dall’Associazione nazionale industria cinematografica (Anica), su 3.800 sale in Italia, quelle che garantiscono queste proiezioni sono almeno il 10%. Gli incassi dimostrano la strategia vincente: il film di animazione “L’era glaciale 3D”, uscito a fine agosto, è tra i maggiori incassi degli ultimi dieci anni.
La trama del film
Il film racconta la storia del mondo alieno di Pandora, attraverso gli occhi di Jake Sully, un ex Marine costretto a vivere sulla sedia a rotelle. Nonostante il suo corpo martoriato, Jake nel profondo è ancora un combattente. E’ stato reclutato per viaggiare anni luce sino all’avamposto umano su Pandora, dove alcune società stanno estraendo un raro minerale che è la chiave per risolvere la crisi energetica sulla Terra. Poiché l’atmosfera di Pandora è tossica, è stato creato il Programma Avatar, in cui i “piloti” umani collegano le loro coscienze ad un avatar, un corpo organico controllato a distanza che può sopravvivere nell’atmosfera letale. Questi avatar sono degli ibridi geneticamente sviluppati dal DNA umano unito al DNA dei nativi di Pandora… i Na’vi. Rinato nel suo corpo di Avatar, Jake può camminare nuovamente. Gli viene affidata la missione di infiltrarsi tra i Na’vi che sono diventati l’ostacolo maggiore per l’estrazione del prezioso minerale. Ma una bellissima donna Na’vi, Neytiri, salva la vita a Jake, e questo cambia tutto.
New moon, il nuovo Romeo e Giulietta
Gli autori negano, ma la storia è quella di Romeo e Giulietta. La saga di Twilight, i nuovi vampiri che hanno letteralmente fatto impazzire i teen ager di tutto il mondo, è basata sui romanzi di Stephanie Meyer. E nelle sale cinematografiche esce in questi giorni il secondo capitolo dal titolo New Moon. Dopo il successo del primo film, Twilight, costato 35 milioni di dollari incassandone oltre 400 milioni in tutto il mondo, la nuova avventura di Bella ed Edward, lei umana lui vampiro, sembra confermare l’ipotesi che dietro tutto ci sia proprio la storia di Romeo e Giulietta.
New Moon racconta infatti dell’impossibile amore tra Bella ed Edward: lui si vede costretto a lasciarla dopo aver visto che per lei è un pericolo starle vicino. Edward decide di andare a morire a Volterra (le riprese sono state fatte a Montepulciano) dove c’è una stirpe di nobili vampiri. Bella caduta in depressione, reagisce, va a cercare il suo amore credendolo morto.
La storia sembra proprio quella scritta dal Bardo, solamente aggiornata alla mitologia dei vampiri. La saga di Twilight ha un grande pregio: non è solo effetti speciali, ma anche introspezione e sofferenza per un amore impossibile; i personaggi sono ben costruiti, piacciono a giovani e meno giovani; lo spazio all’azione è soltanto funzionale al racconto, non esagerato.
Totalmente il contrario di quello che è successo a Harry Potter la cui saga, seppur raccontata da autori diversi, è andata sempre più verso una spettacolarizzazione che ha però raffreddato la storia e le emozioni che avrebbe potuto suscitare i personaggi. Errore che si spera non commetta anche questa nuova saga, decisamente meno politicamente corretta, ma che i grandi produttori hollywoodiani hanno già “addentato”: budget raddoppiato con cambio di regista, Chris Weitz, abituato agli alti costi di produzione. La parola agli spettatori.