“Uno due tre, sto venendo da te. Quattro cinque sei, ora prega già che ci sei”. Era la filastrocca cantanta da inquitanti bambine che annunciavano l’arrivo di Freddy Krugher nei sogni dei giovani di Elm Street. Chi non conosce Freddy Krugher, e la serie Nightmare, non può capire le notti insonni di chi, negli anni ’80, si è visto tutta serie di film del personaggio creato da Wes Craven.
La leggenda vuole che Freddy molestasse e uccidesse bambini, poi i genitori di quel quartiere lo presero e lo bruciarono vivo. Lui torna sotto forma di incubo e uccide nel sonno gli adolescenti. A metà tra incubo e realtà il meccanismo geniale del film tocca tutti: se ti addormenti incontri Freddy. E muori.
Terrificante, spiazzante, con il proseguire della serie, anche grottesco. Nightmare è un caposaldo dell’horror, come Halloween. Ora torna al cinema, un reboot, come va tanto di moda oggi chiamare i remake che fanno ripartire una serie.
Ma i i tempi sono cambiati: gli horror hanno sconfinato su più fronti, è arrivato nell’immaginario collettivo l’horror orientale, il torture-porn, ma soprattutto lo stesso Craven che già negli anni ’90 aveva reinventato il genere con la serie Scream che azzerava tutte le regole. Vedremo se il nuovo Nightmare sarà all’altezza del primo, ma soprattutto se saprà dire qualcosa di veramente nuovo in questo genere, l’horror, tra i più innovativi della storia del cinema.