Il giorno e la notte. Non saprei come altro definire le visioni “tardive” (in dvd) di questi giorni. Proprio mentre a Cannes viene premiato il cinema italiano con La nostra vita di Daniele Lucchetti, mi sono dedicato a recuperare due film che credevo entrambi importanti. La prima cosa bella di Paolo Virzì e Baciami ancora di Gabriele Muccino.
Su Virzì premetto che non sostengo lo stereotipo che lo vedrebbe l’erede della commedia all’italiana, l’erede di Dino Risi (omaggiato dal regista nel film). Sarebbe una gabbia in cui chiuderlo. Virzì ha un suo stile e lo dimostra. La prima cosa bella è un grande film, capace di far ridere e piangere, con una grande Mastrandrea (che parla con accento livornese!). La storia è un bell’affresco dell’Italia, non solo degli anni ’70, ma di quel presente che non lascia scampo, pieno di labirinti e passioni senza uscita. È poetico e delicato, ironico e graffiante. Virzi, fin da Ovosodo si è dimostrato l’unico in grado di fare della comicità non volgare, ma nello stesso tempo capace di far pensare, riflettere, su una società in evoluzione e in continua esigenza di una direzione. Lasciando una speranza vera alla fine della visione, non artefatta e fiabesca di una muccinata.
Purtroppo poi, esaltato dalla visione di Virzi, ho inserito il dvd di Baciami ancora sperando che il videoclip di Jovanotti fosse solo un assaggio dell’opera di Muccino. Niente. Ma nel senso vero del termine. Il film è una girandola di tradimenti, misogino fin nel midollo della pellicola, dove il regista-autore, sembra voler trovare una giustificazione per forza scontata al malessere delle coppie che crescono. Muccino, sempre lui perchè il film inevitabilmente è suo, dà un finale a L’ultimo bacio rendendo stupido anche il film di 10 anni fa che si salvava proprio per quel non finale che ognuno leggeva come voleva. L’ultimo bacio, purtroppo diede il via a quella serie di film generazionali di cui oggi non sentiamo più il bisogno (fino ad arrivare a quelli “mocciosi”), ma almeno aveva il pregio di essere registicamente fresco e soprattutto di essere il primo. Baciami ancora è vecchio. È una grande e lunga soap opera, come ha definito chi mi stava vicino. Ma una soap che con le nuove serie tv americane non ha niente a che vedere. Di questo film si salvano solo la Belvedere e Favino. Grandi e bravi. Ma non basta.
Due film, il giorno e la notte. E speriamo che il giorno prosegua a lungo perchè il cinema italiano, nonostante la classe dirigente non ci creda (come ha detto Elio Germano a Cannes), sta vivendo un bel momento di produzione intellettuale. Muccinate e cinepanettoni a parte.
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La grande ballata di Jovannotti per Muccino
Muccino e Jovanotti, due concezioni dell’amore apparentemente agli antipodi. Il primo senza alcuna speranza, quasi vittima di quel sentimento che schiavizza e fa star male. Il secondo colmo di speranza e sentimenti. Il primo decadente, il secondo romantico. Eppure si sono incontrati. Muccino per il suo nuovo esordio in Italia (dopo aver realizzato negli Stati Uniti ben due film con Will Smith, La ricerca della felicità e Sette anime), ha chiesto al cantautore italiano di realizzare la canzone principale del film, quella che accompagnerà i titoli di coda di Baciami ancora.
Film e canzone hanno lo stesso titolo. Jovanotti senza abbandonare il suo stile ha espresso, con una disarmante e bellissima semplicità, tutta la sua concezione dell’amore, con un testo fatto di immagini, singole parole che evocano pensieri e momenti della vita, senza enfasi, solo momenti, come gli istanti di un film. La stessa tecnica musicale-narrativa che ha fatto grande e unico il suo precedente album.
Il film di Muccino, con gli stessi protagonisti del film che lo ha fatto conoscere al grande pubblico, L’ultimo bacio, uscirà nei prossimi giorni nelle sale. La canzone di Jovanotti è già tra le più scaricate da internet. Quasi scontato il successo del film. Ma mentre Jovanotti, nella sua ballata anni ’50, a cui lui stesso ha dichiarato di essersi ispirato, ha espresso la sua positività per la vita, ho forti dubbi che lo stesso possa fare Muccino. Sono pronto a sorprendermi e mi piacerebbe. Ma quasi dieci anni fa, con L’ultimo bacio scoprii con amarezza che le cose più belle del film erano due: la canzone omonima di Carmen Consoli e la capacità di Muccino di aver svecchiato la macchina cinema (fu un periodo d’oro perchè lo stesso anno lo stesso fece anche il più bello Santa Maradona). Da allora è poi nato un quasi genere cinematografico fatto di adulti mai cresciuti, coppie disfatte, amori impossibili, il cui estremo sono oggi gli inguardabili film di Federico Moccia.
Oggi Baciami ancora. Mi piacerebbe essere smentito. Quasi sicuramente lo andrò a vedere al cinema. Per ora, la canzone, ha colpito nel segno.