È The Artist il trionfatore della notte degli Oscar. Il cinema che premia il cinema affida ben cinque statuette alla pellicola francese, opera muta e in bianco e nero: miglior film, miglior regia a Michel Hazanavicius (che ha ringraziato più volte la moglie e il grande Billy Wilder) e miglior attore Jean Dejuardin, oltre alla colonna sonora e ai costumi. (in questa gallery fotografica le immagini delle star presenti alla serata, qui le immagini dei premiati)
Cinque statuette anche per Hugo Cabret di Martin Scorsese, ma tutte in categorie tecniche: fotografia, montaggio, effetti sonori, effetti speciali e scenografia. Quest’ultima realizzata dagli italiani Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, al loro terzo Oscar in carriera, dopo aver lavorato anche in The Aviator di Scorsese e in diversi film di Fellini e Pasolini.
L’altro italiano in gara, Enrico Casarosa, autore del cortometraggio d’animazione La Luna, non ce la fa, ma rimane la soddisfazione di aprire con questo piccolo film il prossimo lungometraggio della Pixar, The Brave.
Nel resto della serata tutto come da pronostico con poche sorprese: Maryl Streep si porta a casa la statuetta come miglior attrice per The Iron Lady (film premiato anche per il trucco), mentre per la sceneggiatura vincono Alexandre Payne per Paradiso amaro (non originale) e Woody Allen per Midnight in Paris. Il film straniero va all’iraniano Una separazione mentre la anche per le interpretazioni dei non protagonisti è andato tutto secondo i pronostici: Crhistopher Plummer per Beginners e Octavia Spnecer per The Help.
Nel complesso una serata sobria, presentata da un Billy Crystal un po’ troppo sottotono nonostante un inizio scoppiettante ricco di parodie (la più bella quando Cristal viene baciato sulla bocca da Geroge Clooney!!!).
Toccante come al solito il momento dei ricordi agli artisti scomparsi recentemente, da Ken Russel e Whitney Huston, come anche l’Oscar alla carriera per il caratterista James Earl Jones. A parte l’autocelebrazione del cinema, poca ironia, una formula stanca, seppure sempre affascinante, per uno spettacolo fine a se stesso, ma che premia le emozioni, le vere vincitrici di un cinema destinato a non morire mai.