Tornano gli schifosi Visitors. Nei giorni scorsi Joi ha trasmesso le prime quattro puntate del rifacimento di un cult della tv degli anni ’80: quel Visitors dove gli alieni, con divise da nazisti, ma rosse e nere, invadevano il mondo. Erano terrificanti, dalla loro voce metallica, al loro aspetto sotto la pelle umana, al loro comportamento inquietante con cui soggiogavano gli umani.
Quel telefilm nacque proprio sul finire della guerra fredda, con la paura dei comunisti negli Stati Uniti ancora forte, sotto una presidenza Regan non certo morbida.
Oggi quella paura non c’è più, ma il nuovo Visitors è altrettanto inquietante: belle le idee con cui gli si spiegano che gli alieni sono tra di noi da decenni, l’utilizzo della televisione come mezzo per conquistare le masse, l’aspetto come valore per avere la fiducia degli umani, e soprattutto la sconfitta delle malattie come mezzo per la conquista del mondo. Ma il periodo storico è ancora così fondamentale per far tornare “cattivi” gli alieni? Forse sì. Non tanto per il terrorismo, ma per lo stesso concetto di paura, di utilizzo della stessa, per mobilitare le masse e l’opinione pubblica. Ieri i comunisti, oggi il terrorismo. Il secondo esiste, nessuno lo nega, ma la paura gioca un ruolo fondamentale nel controllo. Questo mostra il nuovo Visitors. Ed è questa la sua bellezza.
Una nota di lode merita sicuramente la protagonista. Nell’opera degli anni ’80 si chiamava Diana ed era il capo degli alieni. Oggi si chiama Anna, parla attraverso la televisione (“Veniamo in pace, sempre” ma sembra una dichiarazione di guerra), e ha uno sguardo inquietante nella sua bellezza.
Negli Stati Uniti, dopo il test delle prime quattro puntate, stanno preparando il seguito. Speriamo arrivi presto anche da noi.