Una lentezza squisita. Non saprei come altro definire il magnetico film di Tom Ford, A single man. Devo ammettere che l’ho preso a noleggio, con qualche dubbio, poco convinto di vedere un bel film, ma comunque curioso di scoprire cosa aleggiava dietro quest’opera realizzata da un già affermato stilista.
Ammetto però che fin dalla prima mezz’ora avevo capito di essere di fronte a un grande film: la storia di questo uomo rimasto senza il compagno nel 1962, che cerca di svegliare inutilmente la società con i propri insegnamenti, non è mai banale. A partire dalla fotografia, fredda, asettica, ghiacciata, quando il mondo è senza sentimenti. Con dei colori bellissimi quando lui stesso (un grande Colin Firth) trova l’amore e la passione intorno a lui, sotto ogni forma.
Come dice lui stesso mentre osserva maliziosamente due giocatori di tennis a petto nudo, di fronte alla paura di un attacco atomico, “Non voglio vivere in un mondo senza sentimenti”. La tesi di tutto il film, a partire da un’ipotesti opposta. Con un finale che, seppur prevedibile, diventa bellissimo nella sua purezza ed essenzialità.
A Single Man è di una tristezza infinita, come potrebbe dire qualcuno, ma solo in apparenza. È un film con una speranza perché qualsiasi strada prenda l’amore in questione, la serenità può essere raggiunta.