È stato come un tuffo nel passato. Nella magia del cinema, nella favola dell’immaginazione che tutti hanno vissuto almeno una volta nella vita. Il mago di Oz, quello del 1939, è un capolavoro della settimana arte, e non solo per essere stato il primo film ufficialmente girato a colori, ma per la capacità di stupire il pubblico, esattamente come fece il treno dei fratelli Lumière. Non impressiona che il regista, Victor Fleming, sia lo stesso che, in quell’anno, abbia anche realizzato l’altra grande favola del cinema che è Via col vento.
Nel mago di Oz, la storia di Dorothy è semplice e affascinante, un racconto per tutte le età. Chi non lo ha mai visto potrebbe un giorno accorgersi di non essere mai stato bambino. Non è mai troppo tardi per scongiurare questo pericolo. È un film che mette buonumore, come sa fare solo un’altra pellicola che presto tornerò a vedere, Cantando sotto la pioggia. Film che sanno vedere il lato “colorato” della vita, senza dimenticare i drammi, ma assumendo il punto di vista della positività, anche non a tutti i costi.
Immerso nella poltrona del mondo di Oz, sono tornato a divertirmi, ridere e commuovermi, con gli occhi di un (ormai) adulto, ma con uno spirito che spero, negli anni, si ricordi di quei momenti.