Esiste un’intera filmografia sulla vendetta, sotto svariate forme. Diciamo subito che il nuovo film dei fratelli Coen, Il Grinta, non aggiunge nulla di nuovo al genere western e nemmeno al filone dedicato alla vendetta. Ma è comunque un bel film, con una propria morale (e sembra strano se si pensa ai Coen) e con una narrazione abbastanza tradizionale. Come se tutta l’operazione fosse un omaggio al western, come lo fu per il noir Crocevia per la morte. Ma allora il tocco dei Coen era già evidente. Vedere il Grinta, remake dell’omonimo film con John Wayne (che gli ha regalato l’unico Oscar vinto in carriera), è comunque un piacere, è film “normale”: avvicincente, ironico, spettacolare ed epico. Insomma non un film dei Fratelli Coen.
È come vedere il Drugo del Grande Leboswky trasportato nel west, vestito dei soliti stracci, con lo stesso senso di giustizia e con meno anarchia. Anche la regia, seppur pregevole, manca di quel tocco personale che han fatto grandi gli autori di Non è un paese per vecchi (ancora aperta la diatriba se quella fosse la loro vera interpretazione di western).
Il Grinta rimane un film da passatempo, decisamente sopra la media e sicuramente bello. Semplicemente manca quel “classico” tocco personale dei Coen. Merita molto, invece, la “piccola” protagonista, che sta per sfiorare l’Oscar per la sua interpretazione.