Lettura e tecnologia: ha senso la ricerca del connubio?
La crescente pervasività della tecnologia, associata a una diminuzione del costo di acquisto, ha aumentato l’accessibilità a una moltitudine di contenuti attraverso la diffusione di smartphone e lettori di libri in formato elettronico. – ventuno
Secondo alcuni dati di recente diffusione, nel 2012 sono stati venduti tre milioni e mezzo di ebook (contro le 900.000 copie dell’anno precedente). L’adozione di smartphone e tablet ha contribuito in maniera sostanziale alla loro diffusione.
Basta salire su un qualsiasi autobus nell’ora di punta per accorgersi che i lettori oggi non hanno in mano esclusivamente il libro in formato cartaceo, ma stanno leggendo da uno dei numerosi modelli di e-reader in commercio.
Eppure in Italia si legge poco e sempre di meno.
Nel 2011 (ultimo dato disponibile) in Italia i lettori di almeno un libro all’anno sono il 45,3% della popolazione di almeno 6 anni di età.
La metà dei lettori (quindi la metà di quel 45,3%) non legge più di un libro ogni quattro mesi (45,6% legge da 1 a 3 libri all’anno). Se andiamo a vedere i dati relativi alla lettura nei ceti professionali, i dati sono ancora più sconfortanti: nel 2011 il 33,7% dei quadri direttivi non ha letto nessun libro nel 2011; così come il 31% dei dirigenti, imprenditori e professionisti e il 19% dei laureati.
Se confrontiamo i dati con gli altri paesi (sebbene le statistiche prendano campioni di popolazioni diverse), in Spagna legge almeno un libro il 61,4% della popolazione (con almeno 14 anni) e negli Usa il 72% (con popolazione di età superiore ai 16 anni).
Non siamo un paese di lettori. Probabilmente non lo siamo mai stato, almeno nell’età contemporanea. Ed è un peccato: l’Italia, storicamente, è la patria della cultura. Sono convinto che non si legga non solo per la crisi economica, ma perché in fondo, non si vuole leggere.
La tecnologia di cui disponiamo, che non solo ci consente un accesso alle informazioni in maniera diretta e a basso costo, ci consentirebbe di sfruttare i tempi morti che abbiamo. Se penso a solo vent’anni fa, prima della diffusione della Rete, per leggere, informarsi, studiare si andava in biblioteca o si compravano libri e quotidiani. Era un’attività che richiedeva un dispendio di tempo ed energie maggiori di quelle necessarie oggi. La “facilità” di accesso di oggi non ha purtroppo aumentato la lettura e lo studio.
Dispiace che sia così: la società è lo specchio delle persone che ci vivono. Abbiamo a disposizione strumenti potentissimi per accrescere il nostro sapere e non li usiamo.
Se torno all’esempio che ho fatto all’inizio, è vero che sui mezzi pubblici la gente ha smartphone e tablet, ma è altresì vero che, se prestate attenzione, vengono usati per lo più per intrattenimento (penso ai giochi). Le situazioni di carattere socio-politico che stiamo vivendo sono la risultante degli stati d’animo e di pensiero delle persone che formano questi contesti sociali, allora forse potremmo utilizzare gli strumenti che abbiamo per alimentare, in modo opportuno, i nostri pensieri e stati d’animo. E questo non deve avvenire per forza attraverso la lettura di saggi filosofici, anzi, può e deve avvenire anche attraverso la lettura dei più disparati argomenti. Che possano, in un qualche modo, alimentare il nostro essere.
Il cambiamento della società, poi, sarà solo una conseguenza.
E voi su cosa leggete?
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Emanuele Strada (1971) si interessa di aspetti psico-sociologici nelle organizzazioni, coniugando business, tecnologia e persone (non necessariamente in questo ordine). Ha passato del tempo in multinazionali che si occupavano di consulenza e tecnologia. Insegna Business Consulting presso la Liuc. Dice di avere solide certezze e tanti dubbi. Il suo motto è: “Fare, o non fare. Non c’è provare” del Maestro Jedi Yoda (Guerre Stellari). Su twitter è @emastreet.
Articolo interessante e colgo l’occasione per complimentarmi per questo sito! veramente ben fatto e con tanti articoli utili!