Come la diffusione dei dispositivi mobili sia impressionante è ormai chiaro a tutti. Nei paesi più avanzati abbiamo già più di un telefono cellulare pro capite e, il numero di persone con una “camera” costantemente a disposizione, aumenta ogni secondo.
A poco più di dieci anni di distanza, ci ricordiamo ancora dell’edizione speciale del TG in televisione, con il volto di Emilio Fede (il primo giornalista a riportarlo), che ci annuncia l’inizio delle ostilità in quella che ricorderemo come la Guerra del Golfo.
Oggi, invece, sono le foto e i video dei cittadini che, per primi, ci fanno scoprire quello che succede nel mondo:l’inizio della primavera islamica in Egitto, le rivolte a Istanbul e molto altro.
Sempre più persone diventano reporters grazie alla tecnologia, e sempre più giornalisti inseguono storie con i loro smartphone e conducono interviste con i loro tablet.
Due app, in particolare, stanno rinforzando il manifestarsi di questo trend:
La prima è Vine. Acquisita da Twitter per 30 milioni di euro, ha impiegato 5 mesi dalla sua pubblicazione a diventare l’app più scaricata dell’app store. Questa applicazione permette di effettuare dei video di una durata massima di 6 secondi.
Un formato estremamente particolare dunque, che ha scatenato la fantasia degli utenti nel creare video divertenti, artistici o di cronaca. La durata del video, non casuale, ha permesso di ipotizzare l’avvicinamento dei video “consumer” al formato pubblicitario della TV.
Riprendere i video è semplicissimo, basta “toccare” lo schermo e si inizia a registrare. Nel momento in cui i costi e le difficoltà che sussistevano una volta per riprendere delle immagini vengono a mancare, chiunque è in grado di riprendere il mondo da un punto di vista più personale. Scelte come questa hanno permesso, negli ultimi due anni, gli anni del “social”, quelli dello “share” di contenuti facile e totale, di rivoluzionare il real-time journalism.
La seconda applicazione è Instagram. Questa app è già famosa alla maggioranza degli utenti per la capacità, o meglio la semplicità, di scattare foto e di applicare dei filtri “artistici” prima di condividerle sui social network. Il successo riscontrato fu tale che Facebook stessa decise di acquisire app e i suoi due fondatori per addirittura 1 miliardo di dollari.
Di recente, inseguendo il successo del fenomeno “video”, Instagram annuncia in pompa magna l’aggiunta della funzionalità di riprendere 15 secondi di video. Con questa novità si è voluto dare agli utenti una feature tanto richiesta e, allo stesso tempo, fornire agli advertiser uno strumento pubblicitario (15 secondi è la durata tipica di uno spot) per convincerli della validità di Instagram come strumento su cui fare delle campagne di marketing.
L’ambiguità funzionale di queste applicazioni è ciò che ha permesso loro di avere successo. Se per alcuni sono uno strumento di divertimento, condivisione o addirittura di business, per altri sono l’unico mezzo per comunicare lo stato di un paese, come si è visto, in cui gli accadimenti non erano riportati dalle tv locali per colpa di governi oppressivi.
Voi utilizzate queste applicazioni? Le usereste per riportare degli accadimenti?
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Trovo Istagram una fantastica applicazione, mi sta’ facendo dimenticare la
macchina fotografica, anche se spesso pubblico foto che avevo fatto in passato con la reflex.