Da alcuni anni il focus consumeristico e aziendale si è spostato dai computer ai dispositivi mobili. Questa transizione, inizialmente sottovalutata, è ormai così avanzata da essere nota a tutti. Mauro Mezzenzana ci descrive una fotografia della situazione attuale e degli scenari futuri di questo trend mondiale analizzando come, in alcuni casi, le aziende tecnologiche si reinventano e, in altri, come cercano di non rimanere troppo indietro. – ventuno
di Mauro Mezzenzana
Il settore dei dispositivi connessi a Internet è cambiato profondamente negli ultimi anni e tale cambiamento è sotto gli occhi di tutti: basta camminare per strada per osservare quanto sono diffusi e utilizzati smartphone e tablet. I primi che sono quasi una irrinunciabile estensione dei nostri sensi, i secondi che timidamente stanno sempre più uscendo dalle case per diventare sempre più strumenti di svago e di lavoro.
Come se non bastasse l’esperienza quotidiana, ci sono diversi studi e statistiche che confermano questo trend: nel 2011 le vendite mondiali di smartphone e di tablet hanno superato per la prima volta quelle di personal computer e nel 2012 sono state addirittura il doppio. Secondo gli analisti questa crescita continuerà con ritmi vertiginosi nei prossimi anni fino a raggiungere nel 2016 un volume pari a 1,6 miliardi di dispositivi venduti in tutto il mondo, si prevede addirittura che tra tre anni le vendite dei soli tablet saranno pari a quelle dei PC.
Quando si parla di cellulari l’Italia si posiziona sempre come uno dei paesi più all’avanguardia. Dalle nostre parti il 50% del mercato è già costituito da smartphone (secondo dati Nielsen, oggi Android è il primo sistema operativo con il 40% del mercato, al secondo posto c’è Symbian e al terzo iOS). La previsione è di raggiungere addirittura 50 milioni di dispositivi nel 2015, quasi un device per ogni abitante.
La crescente diffusione sarebbe già un dato significativo, ma non è il solo aspetto che rende il mercato degli smartphone particolarmente interessante. Tali dispositivi sono il nuovo medium, diffuso e pervasivo, con cui gli utenti fruiscono contenuti, sotto forma di siti Internet che possono essere visitati in mobilità, oppure di mobile application che forniscono news, previsioni del tempo, accesso ai social network, mappe e motori di ricerca, …
Negli ultimi tre anni sono state sviluppate oltre 300.000 applicazioni per i sistemi operativi iOs, Android e Windows Phone. Un mercato che varrà 37 miliardi di dollari nel 2015.
E’ un dato di fatto che, dal 2007, anno in cui Apple presentò il primo iPhone, il mercato è letteralmente esploso e la sua crescita sembra non volersi arrestare.
E nessuna azienda ICT può permettersi di ignorare questa rivoluzione correndo il rischio di rimanere indietro in un contesto competitivo così agguerrito e ricco di opportunità.
Le aziende di tecnologia più grandi sembrano aver intuito che il business ICT sta cambiando, anzi per certi aspetti è già cambiato, e abbraccerà sempre di più le soluzioni mobile per tutte le attività che oggi richiedono l’utilizzo di un calcolatore da parte di dipendenti e utenti finali. L’imperativo oltre oceano sembra essere adattarsi al cambiamento, e sviluppare soluzioni mobile-oriented, o prepararsi a scomparire.
Non tratteremo i soliti noti che hanno permesso l’accadere della rivoluzione di cui stiamo parlando, ovvero Apple, che ha inventato e re-inventato il settore, Google, che l’ha sdoganato con il suo approccio meno orientato ai dispositivi e più ai servizi, Samsung, che l’ha consolidato con la sua enorme e diversificata offerta.
Ci soffermeremo invece su alcuni altrettanto noti big dell’ICT (che potremmo definire “storici”) che non sono stati a guardare e hanno incluso elementi di mobile nel proprio business model.
Microsoft, dopo aver stretto accordi con i principali produttori tra cui Nokia per immettere sul mercato Windows Phone, sta proponendo da qualche mese Windows RT, sistema operativo che fa funzionare Surface, il tablet con una forte vocazione Office (settore in cui negli ultimi tempi Apple sta guadagnando quote di mercato grazie al paradigma BYOD) e pretese nel settore dell’intrattenimento. Non è la prima volta che l’azienda di Redmond prova a strutturare un’offerta mobile, ma questa volta sembra molto più orientata alla convergenza tra dispositivi di diversa natura. Partendo dall’interfaccia “a piastrelle” che è comune a tutti i nuovi sistemi operativi, da Windows 8 a Windows Phone.
Amazon ha introdotto Kindle Fire: un’intera serie di tablet basati su una versione di Android profondamente personalizzata, con un prezzo di acquisto medio-basso per rendere più facile per gli utenti l’accesso all’enorme offerta di contenuti digitali a pagamento. Il dispositivo è proprio il mezzo con cui l’azienda raggiunge il proprio cliente, in diretta competizione con iTunes Store e Play Store.
PayPal, noto servizio per il pagamento online si sta sempre più spingendo nel mondo fisico grazie a prodotti come PayPal Here: il dongle per smartphone e tablet per accettare pagamenti attraverso la lettura della banda magnetica della carta di credito. Nel settore del mobile payment, altro mercato in espansione, non poteva certo mancare l’azienda che ha rivoluzionato i pagamenti elettronici su Internet.
Facebook, vista la percentuale di accessi da smartphone, ci sta provando sia con le sue App, sia con il recentissimo Home, l’ormai celebre launcher per vestire lo smartphone Android con i colori del Social Network e restare in contatto con i propri amici.
Riusciranno queste aziende a raffinare la propria strategia e a risultare vincenti anche su questo mercato, oppure si affermeranno nuove realtà molto più votate al mobile? Staremo a vedere nei prossimi mesi come evolverà la situazione e vi terremo informati sulle pagine di ventuno.
Quali sono le vostre impressioni sul mercato mobile?
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Mauro Mezzenzana (@mauromezze) ha connesso il suo computer a Internet per la prima volta nel 1998 e da allora non riesce a concepire un mondo senza web. E’ appassionato di tutto ciò che funziona con elettroni, specialmente se corredato da software open source. Quando non è impegnato in convegni o seminari lavora come project manager in progetti di trasferimento tecnologico negli ambiti smart*, RFId e NFC, mobile, Internet of Things.
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