Dopo essere stato annunciato all’ultimissima conferenza mondiale di Google, il nuovo Nexus 7 arriva nei negozi. Questo tablet di prima scelta sia per il divertimento che per il lavoro va oltre le solite caratteristiche hardware che diventano vecchie dopo 6 mesi, ed è progettato per diventare la nostra principale interfaccia con il mondo. – ventuno
Nell’ampia gamma di tablet Android che popolano il mercato, l’uscita del primo Nexus 7 ha confermato la capacità di Google di creare un tablet che potesse far concorrenza ai dispositivi più di tendenza della Apple. Non fu un caso, infatti, che dopo il successo del Nexus 7 a giugno 2012, il novembre dello stesso anno Apple decise di entrare in competizione con l’iPad Mini, un dispositivo della stessa dimensione.
[Gli appassionati Apple più convinti si ricorderanno che Steve Jobs stesso non concepiva un tablet al di sotto dei 10 pollici, tant’è che la decisione di commercializzare un dispositivo più piccolo divenne chiaro indicatore dei tempi che cambiano, n.d.e.]
Col finire di agosto e la ripresa delle attività lavorative, Google fa arrivare nei negozi di tutto il mondo il nuovo Nexus 7. Più leggero. Più veloce. Più intelligente di prima.
Come per il Nexus 4, il Nexus 7 fa parte della serie di dispositivi, riconoscibili appunto dalla parola Nexus nel nome, progettati e supportati direttamente da Google. Questo significa nei fatti un supporto mediamente più lungo rispetto agli altri dispositivi Android e aggiornamenti velocissimi. Basti pensare che, al momento dell’uscita sul mercato, il Nexus 7 dispone già della versione del sistema operativo Android 4.3, mentre ci sono ancora dispositivi top di gamma recentissimi che stanno ancora aspettando l’aggiornamento.
Per chi non possedeva la versione precedente, il Nexus 7 colpirà, innanzitutto, per la linea snella (anche se non snella come un’iPad) e lo splendore del display, la cui qualità è paragonabile a quella del Kindle Fire HD. L’abbondanza di RAM e la potenza del microprocessore lo rendono ovviamente veloce, ma è per la decisione di dotarlo della versione “pura” del sistema operativo Android che, rispetto a chi possiede per esempio un tablet Samsung, il Nexus risulta particolarmente fulmineo. Niente app non richieste e aggiunte di software che appesantiscono, dunque.
Due sono i punti dolenti a nostro parere:
– le due telecamere non sono ultra performanti e, sebbene siamo tra coloro che predichino contro il “fare fotografie con il tablet” [non si può vedere n.d.e.], eventuali videochiamate potrebbero risentirne
– Mentre i lati del dispositivo sono stati snelliti, le parti superiori e inferiori del tablet riportano una notevole distanza dal bordo del tablet al bordo del display.
Tornando a quello che ci è parso di questo dispositivo dopo averlo maneggiato qualche giorno, possiamo sicuramente affermare che l’aspetto più formidabile, tuttavia, non sono le caratteristiche hardware ovviamente di ultimo grido o la doppia banda LTE nella versione che supporta la connessione cellulare con scheda SIM.
La caratteristica vincente è tale da presentarsi a coloro che fanno un pesante uso dei servizi di Google (nessuno escluso) o che dispongono già di un dispositivo Android: al momento della prima accensione e all’inserimento del proprio nome utente e password di Google il dispositivo, connesso ad Internet, procederà automaticamente a impostare tutti i nostri settaggi preferiti, apps installate su altri dispositivi, password dei vari Wi-Fi e molto altro, diventando operativo al 100% in meno di 5 minuti, e soprattutto senza doversi ricordare o impostare nulla di nulla.
Va giustamente detto che questa non è una caratteristica eclusiva del Nexus 7, ma una feature ormai popolarissima di chi utilizza un dispositivo Nexus qualunque. In un certo senso, più dispositivi Android possediamo, o più utilizziamo i servizi Google, più questi smettono di essere dispositivi standard per diventare completamente su misura. [in un prossimo articolo vi racconteremo le nostre impressioni dopo un uso inteso di Google Now, l’assistente intelligente di Google, e siamo sicuri che vi spaventerete, n.d.e.]
Vediamo dunque le caratteristiche tecniche di questo gioiellino:
Schermo
- 7 pollici di diagonale
- LED-retroilluminato IPS LCD capacitivo
- risoluzione di 1200 x 1920 pixel (densità 323 pixel per pollice)
- Tecnologia WXGA IPS
- Corning® Gorilla® Glass
Dimensioni e peso
- 200 x 114 x 8.7 mm
- 290 g (versione Wi-Fi), 299 g (versione Wi-Fi + LTE)
Fotocamera
- 5 MP, 2592х1944 pixels, autofocus (principale)
- 1.2 MP (frontale)
- VIDEO: 1080p@30fps
Connettività
- Wi-Fi 802.11 a/b/g/n, dual-band
- Bluetooth 4.0
- NFC (Android Beam)
- Solo versione Wi-Fi + LTE
- GSM 850 / 900 / 1800 / 1900
- HSDPA 850 / 900 / 1700 / 1900 / 2100
- LTE 800 / 850 / 1700 / 1800 / 1900 / 2100 / 2600
- LTE 700 / 750 / 850 / 1700 / 1800 / 1900 / 2100
- Micro-SIM
Processore and memoria
- 16GB o 32GB senza possibilità di espansione tramite Micro SD
- 2 GB RAM
- Qualcomm Snapdragon™ S4 Pro CPU Quad-core a 1,5 GHz
Batteria
- Non rimovibile Li-Ion da 3950 mAh (utilizzo dichiarato fino a 9 ore)
- Wireless charging compatibile
Cosa si trova dentro la confezione?
Ed ecco l’immancabile unboxing del Nexus 7, la sera stessa che il dispositivo è diventato disponibile da MediaWorld. (Abbiamo ritenuto più saggio mostrare la versione italiana)
Per prima cosa la scatola, che rinnova chiaramente le linee stilistiche tipiche degli ultimi dispositivi Nexus immessi sul mercato.
Nonostante suggeriamo sempre di procurarselo negli Stati Uniti, chi può, MediaWorld vende il Nexus 7 a 269 € la versione 32gb Wi-Fi, mentre la versione Wi-Fi + LTE, che sarà disponibile tra qualche settimana, sarà venduta a 349 €.
La domanda è e sarà sempre “A che mi serve un tablet?” ma, superato da tempo il problema della discrepanza di App tra iOS e Android, se dovesse servircene uno sicuramente compreremmo, consideranno anche il prezzo, il nuovo Nexus 7. E lo dice uno che scrive questo articolo da un MacBook Air.
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Giuseppe Catalfamo (@Joe_Catalfamo) si interessa di trasferimento tecnologico verso imprese e persone. Solitamente si occupa di RFId, mobile, internet e startup mentre il resto del tempo è passato a studiare tutto quello che è “cutting edge”. Docente di arti oscure, sta conseguendo un dottorato. Anche se ingegnere gestionale, gode a parlare di algoritmi e roba simile.