Bitcoin, la moneta virtuale che sfida il sistema finanziario globale

Basta seguire le news per avere letto o udito, anche alla lontana, il termine “Bitcoin”. Questa valuta virtuale, governata da complicati algoritmi, ci viene spiegata chiaramente in questa indagine di David H. Albizzati e Riccardo Mogavero – ventuno

di David H. Albizzati e Riccardo Mogavero

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Il benessere di una moneta è determinato dal livello di accettazione sociale. L’iperinflazione che l’Ungheria ha vissuto tra il 1945 e il 1946 ne è un buon esempio: finita la Seconda Guerra Mondiale la moneta Ungherese, il pengő, subì fortissime svalutazioni, con conseguenze catastrofiche per i consumatori. A noi rimangono delle curiose fotografie che ritraggono  i cittadini ungheresi fare compere con carriole piene di banconote. E per coloro che utilizzavano la carriola per scopi più consueti, il baratto venne re-introdotto come mezzo di scambio.

 

Non sorprende quindi che in tempi di profonda incertezza e di recessione economica si sia più inclini ad adottare forme alternative di moneta o ad effettuare investimenti più fantasiosi.

Lunedì 18 marzo, inaspettatamente, la Banca Centrale di Cipro annuncia che tutte le banche del paese dovranno rimanere chiuse al pubblico per evitare una fuga di capitali all’estero e quindi il collasso del piccolo paese Mediterraneo. Il panico dilaga tra la popolazione, si cercano alternative per portare i soldi fuori da Cipro: in una manciata di giorni il valore dei Bitcoin quadruplica.

Era il febbraio 2010 quando il primo mercato per lo scambio di Bitcoin aprì: allora, un dollaro valeva 1309 Bitcoin. Nel giro di un anno, il valore di cambio dei Bitcoin ha raggiunto la parità con il dollaro Statunitense. Quando, pochi giorni fa,  la Banca centrale di Cipro ha deciso di limitare l’accesso al risparmio privato, il valore di un singolo Bitcoin è schizzato ad oltre 220$, per poi rimbalzare intorno ai 100$ negli ultimi giorni .

Ma che cos’è questa moneta? Il progetto Bitcoin è iniziato nel 2008 su iniziativa di un anonimo ideatore, che si fa chiamare Satoshi Nakamoto. La particolarità è che non viene emessa centralmente, ma invece è gradualmente rilasciata, fino a un tetto massimo di 21 Milioni, direttamente a privati cittadini che, tramite internet,  risolvono svariati e complessi problemi computazionali di crescente difficoltà. Tale prassi è stata denominata “mining” e, non a caso, ha molte similitudini con il cercare oro o altri metalli preziosi; inizialmente gli algoritmi erano semplici da risolvere e richiedevano poco potere computazionale, ma andando “più in profondità” lo sforzo aumenta e gruppi di “minatori” si sono organizzati creando dei “mining pool”, ovvero gruppi di persone che insieme risolvono gli algoritmi e si dividono il ricavato, in base al singolo contributo.

Una volta risolto l’algoritmo, i Bitcoin vengono accreditati direttamente ai “miners”, sul cosiddetto ‘portafoglio elettronico’, o e–wallet, che contiene i Bitcoin personali coperti da un codice di sicurezza composto da una serie di più di 30 caratteri. Le transazioni in Bitcoin vengono effettuate Peer to Peer e sono concettualmente equiparabili a scambiarsi delle banconote di persona. Ciò significa  che gli utenti possono trasferire i Bitcoin istantaneamente e direttamente tra di loro, senza alcun tipo di intermediario, bypassando ad esempio le autorità finanziarie, le banche ed il fisco.

Tutte le transazioni sono registrate su un log pubblico [chiamato “block chain”, n.d.e] che tiene conto del numero di Bitcoin in circolazione e del proprietario, che rimane comunque anonimo.

Ma dove si possono utilizzare i Bitcoin? La risposta è semplice: ovunque essi siano accettati come valida forma di pagamento. La transazione in Bitcoin è trasparente ma non è tracciabile ed è al riparo da occhi indiscreti.

Uno dei grandi pregi dei Bitcoin rispetto alle valute più consolidate e convenzionali è infatti la totale assenza del sistema di istituzioni, agenzie e intermediari che rendono il sistema lento e costoso. Per l’utilizzatore di Bitcoin costi a copertura del servizio sono solo un brutto ricordo.

La mancanza di tracciabilità però comporta che i Bitcoin, siano largamente utilizzati per effettuare transazioni poco lecite. I Bitcoin per esempio sono diventati la valuta ufficiale di Silkroad, noto “eBay” di merci illegali.

Con lo scoppiare di questa bolla mediatica, tuttavia i Bitcoin stanno acquisendo maggiore interesse da parte di un pubblico sempre più ampio e ogni giorno aumentano coloro che sono disposti ad accertarli, un po’ per pubblicità, un po’ perché evidentemente disposti a sobbarcarsi l’elevato rischio legato alla volatilità di questa moneta.

Molti infatti hanno visto nei Bitcoin una buona opportunità di rapido guadagno tramite speculazioni, facendo leva sulle spinte inflazionistiche guidate dalla forte attenzione mediatica.

Vi riportiamo di seguito il grafico di Google Trends e quello del cambio dollaro/bitcoin. Anche senza effettuare una correlazione statistica è facile notare come le due curve siano perfettamente correlate (o meglio, il numero di ricerche in google è fortemente correlato alla volatilità dei bitcoin).

BTC-USD

Fig.1 Il valore del cambio Bitcoin-dollaro

Google Trends

 Fig.2 L’andamento di “Bitcoin” tra i trends di Google

Cosa comporta quindi utilizzare i Bitcoin? Sono veramente un sostituto delle monete che conosciamo? A nostra opinione, il Bitcoin ha troppe differenze con le valute tradizionali per diventarne un diretto sostituto.

Il fatto stesso che sia previsto un tetto massimo di 21 Milioni fa si che il Bitcoin sia per definizione una moneta costruita sulla deflazione, che è l’esatto opposto dei principi sui quali si basa il nostro sistema economico che incentiva la continua espansione monetaria. Per dirla in parole più semplici avendo i Bitcoin una quantità “finita” di moneta, essa continuerà necessariamente ad acquisire valore disincentivando i consumi – sapendo con certezza che domani i miei Bitcoin varranno più di oggi, non ho alcun incentivo a spenderli oggi. Quindi, paradossalmente, il successo dei Bitcoin potrebbe anche essere la causa della propria fine.

La forte instabilità valutaria inoltre costituisce un enorme ostacolo per coloro che decidessero di basare il proprio business sui Bitcoin: gli inventori stessi sconsigliano di tenere denaro in Bitcoin, ma di utilizzarli solo per transazioni puntuali.

La mancanza di regolamentazione e tracciabilità sono utili per chi volesse non pagare commissioni bancarie o pagare tasse sui propri capitali, ma rimuovono anche tutte le tutele che questi enti ci forniscono. Una transazione in Bitcoin è infatti irreversibile, vale a dire che una volta inviato il denaro, in caso non si fosse soddisfatti con la merce acquistata, o peggio, non mi venisse inviata, non si avrà alcun modo di recuperare il denaro, se non appellandosi al buon cuore del venditore.

Inoltre non bisogna dimenticare che la breve storia dei Bitcoin è stata segnata da hackers o presunte falle nella sicurezza del sistema che ne hanno compromesso la credibilità. L’ultimo evento rilevante risale a poche settimane fa e ha riguardato il sito di trading Mt.Gox che tratta circa il 90% dei Bitcoin in circolazione, il quale ha dovuto chiudere le contrattazioni per un giorno a seguito di una vendita massiccia causata da un hacker che ha comportato un calo di valore dei Bitcoin di circa 60%.

[è giusto precisare che, da un punto di vista tecnologico, il sistema di generazione e distribuzione dei Bitcoin non ha mai subito violazioni , nonostante i tentativi di molti. I furti di Bitcoin avvenuti nel passato sono sempre stati dovuti ad utenti meno accorti che hanno permesso a malintenzionati di scoprire le credenziali (i codici del wallet) che rimangono salvati sui computer degli stessi. Per intenderci sarebbe come dare la colpa all’Euro se ci venisse rubato il portafogli. A dimostrazione del funzionamento del sistema Bitcoin, invece, il passaggio di denaro “rubato” è perfettamente visibile nel block chain dei Bitcoin, anche se irreversibile per sua natura, a torto o a ragione. n.d.e.]

In ultimo, proprio come con qualsiasi valuta, l’accettazione sociale gioca un ruolo fondamentale e, dato che i Bitcoin sono una nuova valuta, non è ancora ampiamente accettata. La storia ci ha insegnato che fenomeni nati in internet tendono a crescere con una velocità molto più elevata rispetto a qualsiasi altro fenomeno nato nel mondo ‘fisico’: il declino dei Bitcoin potrebbe essere veloce tanto quanto è stata la sua crescita. E la forte natura speculativa che si cela dietro i Bitcoin ha un ruolo importante in questa eventualità, rendendo gli investimenti in questa valuta non solo altamente rischiosi, ma anche potenzialmente disastrosi, soprattutto per investitori alle prime armi.

Paradossalmente i punti di forza dei Bitcoin sono anche i punti di debolezza: mancanza di regolamentazione, forte speculazione e la diffidenza creata dagli hackers rappresentano grosse minacce al progresso e all’esistenza di questa moneta. Però, data la sorprendente ricezione di questo fenomeno, gli eventi dimostrano che in futuro,  se non per i Bitcoin, potrebbe esserci spazio per qualcosa di simile.

Utopisticamente un’ipotetica valuta virtuale potrebbe essere la prima vera moneta mondiale simbolo del totale compimento del processo di globalizzazione. Nello sforzo di immaginare cosa accadrebbe se ciò si verificasse, lasceremo decidere a voi, in base al vostro credo economico, se questo significherà anche un mondo più equo.

E voi utilizzereste i Bitcoin?
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David Albizzati è un musicista. Come hobby a tempo pieno si occupa di economia e finanza con particolare interesse alla gestione del rischio, modellistica e molte altre cose dai nomi noiosi, su cui sta conseguendo un dottorato. Anche se convinto delle proprie idee, è sempre alla ricerca di qualcuno che gliele faccia cambiare. D’altronde “il progresso è impossibile senza cambiamento” (G.B. Shaw).

Riccardo Mogavero ha un master in economia presso l’universita’ di Edinburgo e si interessa principalmente di macroeconomia, storia e politica. Malgrado viva a Londra  segue constantemente le notizie italiane e internazionali e, se vivete a Londra anche voi, probabilmente lo avrete sentito urlare allo schermo.

2 pensieri su “Bitcoin, la moneta virtuale che sfida il sistema finanziario globale

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